Matteo Renzi a Catania per la presentazione del suo libro “Un’altra storia”.
Un Matteo Renzi in grande spolvero quello visto ieri all’istituto San Giuseppe di Catania per la presentazione del suo libro “Un’altra strada”.
E per lui Catania ha risposto con il pienone: un teatro gremito di gente che l’ha atteso ben oltre i tempi previsti per l’inizio.
Il suo esordio sul palco è ovviamente all’attacco del governo legastellato, non usa mezzi termini l’ex presidente del Consiglio che definisce le politiche del governo “disumane” e “inadatte”: “con Monti il PIL era a -2, con Letta -1, con noi è diventato positivo, loro sono riusciti a farlo tornare negativo, quindi Di Maio o è un incompetente oppure porta sfiga”.
Una critica lucida e profonda del clima che Lega e M5S hanno instaurato nel paese con una narrazione tutta concentrata sulla demonizzazione dell’avversario e sull’odio verso il diverso: “Il punto centrale della loro narrazione è la paura nel futuro, ci vogliono rinchiudere in una cornice di terrore”. E appunto il titolo del suo libro “Un’altra strada” intende un altro modo di affrontare la politica, un’altra narrazione, un’altra storia: “io credo nell’Italia e credo nella politica italiana”, afferma tra gli applausi.
Il pubblico che riempiva ogni spazio del teatro a due piani ha risposto entusiasta alle parole del Matteo ex segretario del PD, e lui non si è certo tirato indietro quando è stato chiamato alla battuta o al dialogo strappando risate e fragorosi applausi. Come quando parlando d’immigrazione dice: “Ho speso i soldi degli italiani per salvare delle vite umane, noi siamo italiani non sputiamo sulla nostra storia. Mi hanno criticato quando ho voluto dare sepoltura alle 800 vittime del naufragio dell’aprile 2015, ma è quando dai sepoltura ad una persona che affermi la dignità della cultura europea. I valori restano i Salvini passano”.
Fa ovviamente anche autocritica, parlando del provvedimento appena votato al Senato: “Il Reddito di Cittadinanza non è una misura contro la povertà, lo è il lavoro. È l’idea di un meccanismo assistenzialista che non funziona in un contesto dove ci vogliono investimenti per il lavoro non provvedimenti come la paghetta che serve come ricatto elettorale”. “C’è un’idea distorta di futuro, un futuro che cancellerà i posti di lavoro secondo grillini, per questo danno il RdC: vogliono tenervi in pugno” si rivolge ai numerosi giovani presenti, “Voi dovete rivendicare il diritto di provarci anche di fallire, la paghetta è un ricatto”, e continua, “col nostro governo abbiamo insistito molto sui diritti e poco sui doveri, è vero”. Cita Aldo Moro: “questo paese non si salverà se non ci sarà una nuova stagione di doveri”; “abbiamo permesso sbagliando di dare ad una parte politica di rappresentare la povertà, abbiamo avuto incertezza a presentarci davanti le persone”.
Un altro grande errore del governo Renzi, sostiene, è avere sottovalutato le fake news: “Bisogna scommettere sulla verità non sulle fake news. Un grande errore avere sottovalutato le fake news, loro sono stati bravi a creare odio ingegnerizzato” e continua poi facendo riferimento alle sue vicende familiari: “Quando il giustizialismo diventa l’attacco all’avversario politico la democrazia inizia il declino”.
E il suo solitario discorso a braccio sul palco è farcito di citazioni, sempre pertinenti e a volte anche intense quando recita un passo dell’Eneide, e poi Kennedy, Obama, Virgilio, Dante e l’ultima quando in chiusura racconta un aneddoto di cui è stato protagonista da giovane giornalista in un incontro con Bartali a cui chiese la secolare domanda : “Bartali, ma l’hai data tu la borraccia a Coppi o no?” che gli rispose: “ Dimmi, ti sembrava bischero il Coppi?” ovviamente no, non era bischero. “E ovviamente non si saprà mai chi l’ha data a chi, ma il gesto sottoscrive un atto di umanità, e oggi e sempre c’è bisogno di questo: umanità”. (Alessandro Riccardo Tedesco)
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