Una recensione fuori dal coro: Il Successo Record di ‘C’è Ancora Domani’: Un Debutto da Record per la Regista Italiana”
Il debutto straordinario della regista con il film “C’è ancora domani” ha catturato l’attenzione del pubblico italiano, generando incassi senza precedenti che superano i 22 milioni di euro. Un risultato che il cinema italiano non vedeva dai tempi di “Tolo Tolo” di Checco Zalone. Quest’opera si posiziona al terzo posto per gli incassi nel 2023, superata solo da “Barbie” e “Oppenheimer”, e si piazza al ventiduesimo posto nella classifica storica degli incassi italiani. Nonostante il grande successo ottenuto, il percorso di “C’è ancora domani” non è stato privo di sfide, suscitando anche qualche voce critica. Tra queste, quella del dottor Carmelo Sgarito, le cui opinioni hanno trovato spazio su questo giornale in diverse occasioni.
Fermo restando che minacciare anche solo con la mano alzata una donna, è un gesto infame, ignobile, basso, miserabile, turpe, vile, e che, chi si spinge oltre, colpendo con quella stessa mano, meriti il carcere a vita senza attenuanti alcune, vorrei dire, sperando di non “commettere un reato”, che il film della Cortellesi a me non è piaciuto affatto.
Disegnare la donna come una nullità al cospetto di un marito violento, ignorante ed alcolista, sottomessa all’uomo senza se e senza ma, rischia di generalizzare un modello di considerazione della donna che è sconfessato dai più grandi esponenti dell’arte e della letteratura italiana di ogni tempo.
Non solum.
Rischia di fare un torto anche alle tante donne stesse, che prim’ ancora dell’introduzione del suffragio universale attivo e passivo, per questo si sono battute, con forza, coraggio, carattere, personalità, grinta, determinazione.
Cito solo Maria Montessori, tra le prime donne a laurearsi in Medicina in Italia, pedagogista e filosofa, patrimonio culturale del nostro paese.
La Montessori e tante altre donne come Ersilia Majno, fondatrice dell’Unione Femminile Nazionale, hanno influenzato non poco le politiche che hanno portato nel 46 all’estensione del voto politico a tutti.
Tali donne non vivevano certamente in cucina a preparare la minestra per il marito ubriaco, ma si riunivano rischiando anche la pelle pur di rivendicare istanze innovative ed emancipazioniste.
Consiglierei alla bravissima attrice di leggere un pò meglio la Storia e la Letteratura, per capire quale sia stata la rappresentazione della figura femminile e l’alta considerazione della stessa nel corso degli anni.
Se così non fosse stato, non avremmo oggi due Donne ai vertici rispettivamente del Governo italiano e della Commissione Europea.
Oggi, peraltro, le donne occupano ruoli apicali meritatamente e fortunatamente in ogni settore della società e lo devono alle battaglie fatte da tante altre donne che non sono rappresentate per nulla dalla figura sbiadita e compassionevole che emerge dal suo modesto film.
Avrebbe fatto meglio ad aprire un focus sulla situazione emergenziale che vivono le donne nel Medioriente odierno, dove rischiano di essere fucilate anche solo se girano in bicicletta e dove la ribellione si paga con la vita.
E giacchè ho fatto degli studi classici robusti e conosco assai bene la materia letteraria, sarei tentato ( attraverso questo mezzo però non è immaginabile ma tramite un confronto sì…) di fare un excursus della visione che il mondo culturale italiano ed occidentale, ha avuto nel corso del tempo della Donna, financo nel Medioevo, da Dante a Boccaccio, a Petrarca, per poi passare per il Risorgimento e via via verso l’età moderna e poi contemporanea.
Mi limito solo a citare ed a riportare di seguito un sonetto dantesco che rappresenta il manifesto del Dolce Stilnovo, senza approfondire od aggiungere altro .. ..
Dante, del resto, non si commenta, si legge e basta!
A voi !
<Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua devèn tremando muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ’ntender no la può chi no la prova:
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira>.
P.S : il “mia” che Dante utilizza nella primissima parte del sonetto, è un “mia” ideale, tant’è che è riferito a Beatrice, che sua non è mai stata..
“Mia”, nel senso che rappresenta la sua musa, la sua amata, la sua ispiratrice, la donna che gli scalda il cuore anche se sua non sarà mai !
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