A inizio di settimana riteniamo giusto fare il punto della situazione dopo diverse settimane di emergenza.
Cominciamo col fare notare il particolare momento che stiamo vivendo. Le parole incoraggianti del presidente del Consiglio Conte hanno fatto credere ad alcuni che l’emergenza è finita per cui possiamo ricominciare a vivere la nostra solita vita. Si vede così la gente che comincia a uscire più spesso, che cerca di evitare le zone del centro, che magari ritiene più controllate o le ore di punta, per poter ritornare a stare fuori e magari a incontrare amici e parenti. Bene, la prima cosa che possiamo dire è che questo potrebbe essere l’inizio di una nuova diffusione del virus e una ripresa delle misure drastiche di contenimento, in altre parole il ritorno alla quarantena più stretta.
SIAMO ANCORA IN QUARANTENA E L’EMERGENZA NON E’ FINITA.
E’ giusto ribadirlo a gran voce, visto che c’è gente che non lo capisce e magari partecipa a uno straziante corteo funebre, violando la legge e creando le condizioni di pericolo per la popolazione. Una scelta che ha costretto la Procura della Repubblica ad aprire un’inchiesta al momento contro ignoti, ma che probabilmente porterà qualcuno all’iscrizione nel registro degli indagati. Anche la sindaca Anna Alba era presente con tanto di fascia tricolore e plaude all’iniziativa della procura, anche se doveva essere la prima ad evitare assembramenti, magari allertando la polizia municipale e i carabinieri dell’iniziativa.
Sempre in tema di riflessioni, purtroppo, nonostante le discussioni, l’ospedale San Giovanni di Dio non è ancora pronto ad accogliere pazienti di Covid 19. La conferma la si è avuta sabato scorso con un paziente che è stato trasferito a Partinico in gravi condizioni dopo che si è scoperto che era positivo al Coronavirus e che si era aggravato. E non si parla nemmeno dei tamponi che possono venire eseguiti all’ospedale di Agrigento, segno che anche questo importantissimo servizio non è ancora cominciato.
Sarebbe stato individuato dalla Regione un hotel al Villaggio Mosè per quanti devono rimanere in quarantena perché, ad esempio, rientrati dal Nord o dall’estero. Ma anche questa notizia non è ancora ufficiale e quindi probabilmente è ancora in fase di realizzazione mentre già si parla della fase due dell’emergenza. Insomma come al solito la Sicilia arriva in ritardo su tutto.
Ritengo invece che quanto è avvenuto in queste settimane spinga a una riflessione politica per tutti i partiti. Il Nord Italia sta subendo dall’Europa quello che il Nord Italia fa subire al Sud Italia. Dopo l’emergenza Covid, bisogna rivedere gli equilibri e lo stare insieme. Se la pandemia ha devastato il Nord, dove c’erano i migliori ospedali, i migliori medici e le migliori tecnologie, pensate, per un momento, cosa sarebbe successo se fosse cominciato al Sud.