Omicidio Patrizia Russo, indagine parallela per l’uccisione del cane di famiglia
AGRIGENTO – Dopo la condanna all’ergastolo per l’omicidio della moglie, Giovanni Salamone, originario di Agrigento, finisce nuovamente sotto la lente della magistratura. La Corte d’Assise di Alessandria, che ieri ha inflitto la pena massima all’uomo reo confesso, ha trasmesso gli atti alla Procura di Agrigento per un ulteriore accertamento: l’uccisione del cane di famiglia, avvenuta prima del trasferimento in Piemonte.
A far scattare la segnalazione è stata la testimonianza del figlio della coppia, ascoltato nel corso del processo per l’omicidio di Patrizia Russo. Il ragazzo ha raccontato che il cane, un Dogo argentino, era stato ucciso nella casa di Agrigento e di aver trovato personalmente residui di piombo, compatibili con colpi d’arma da fuoco. A confermargli quanto accaduto – secondo quanto riferito – sarebbe stata la madre stessa, prima della tragica fine.
Ora la Procura di Agrigento dovrà valutare se avviare un nuovo procedimento penale a carico di Salamone, stavolta per il reato di uccisione di animali, previsto dall’articolo 544-bis del codice penale.
Un dettaglio inquietante che si aggiunge a una vicenda già segnata da dolore e violenza, e che lascia emergere un ulteriore profilo di brutalità nella condotta dell’uomo.
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