“L’avvento del nuovo digitale terrestre cancellera’ il mondo delle emittenti locali della Sicilia orientale delle province di Catania e Siracusa”. Lo affermano gli editori siciliani titolari di concessione di Operatore di rete che contestano la mancata applicazione delle norme e il “rispetto delle leggi da parte del ministero sacrificando gli sforzi e gli investimenti di molti imprenditori indipendenti” e i posti di lavoro. I titolari di concessione, che stanno presentando ricorso al Tar del Lazio, spiegano che i bandi del Mise per assegnazione di diritti d’uso di frequenze televisive porteranno al “licenziamento di svariate centinaia di dipendenti e collaboratori”. “Per la Sicilia – aggiungono – e’ prevista una sola frequenza regionale di primo livello, ed una di secondo livello con copertura Palermo, due con copertura Messina e un’altra con copertura Ragusa, Enna, Caltanissetta, Agrigento e Trapani, addirittura nessuna frequenza e’ stata prevista per le province di Catania e Siracusa. Tutto questo – osservano – mettera’ fine alle storiche attivita’ di oltre 100 imprese televisive siciliane”. Gli editori ribadiscono che nel 2012 e’ stata rilasciata autorizzazione alle Tv locali “per 20 anni e che solo dopo 8 anni lo Stato ha deciso di revocare, emittenti che da oltre 30 anni esercitano con grande sacrificio e spirito di abnegazione l’attivita’. Il Governo non si e’ occupato del sistema radiotelevisivo locale, che a costo di grandi sacrifici, sta svolgendo un ruolo informativo di prossimita’ irrinunciabile sui propri territori. Un’attivita’ professionale – sottolineano gloi editori – esercitata in una condizione di tante incertezze, perche’ di ora in ora gli inserzionisti disdicono i loro contratti pubblicitari poiche’ gli esercizi commerciali e gran parte delle piccole aziende sono chiuse”. Le tv locali di Catania e Siracusa, sostengono gli editori della zona, dovranno “soccombere ad una strategia di potere dell’etere a dir poco vergognosa. Una strage di centinaia di lavoratori e operatori del settore, giornalisti e registi, personale amministrativo e operatori video. Al Governo si chiede un immediato ripensamento, per mantenere aperta la voce di chi, per assicurare informazione di prossimita’, non puo’ chiudere ne’ ricorrere agli ammortizzatori sociali”.