Ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato il 37enne Antonio Patti, pastore, di Campobello di Licata, accusato di coltivazione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. La decisione arriva dopo la decisione della Procura di Agrigento di disporre il giudizio immediato per l’imputato.
Il Gup del Tribunale di Agrigento, ha rinviato il processo al prossimo 8 aprile per le discussioni delle parti, e procedere alla sentenza. Patti, difeso dagli avvocati Angela Porcello e Salvatore Manganello, lo scorso giugno venne arrestato, in flagranza di reato, nel corso di un blitz antidroga, attuato dai poliziotti del Commissariato di Licata, con il coordinamento del sostituto procuratore di turno di Agrigento, Cecilia Baravelli.
In un terreno, di contrada “Spadafora”, nella sua disponibilità, sono state rinvenute circa duemila piantine, del tipo Cannabis nana, auto fiorenti, del peso di quasi cento chili.
L’uomo, durante l’interrogatorio di garanzia, ha ammesso le proprie responsabilità affermando, che la coltivazione della marijuana fosse l’unico modo di sostentamento economico. Patti è sottoposto agli arresti domiciliari con la possibilità di spostarsi per andare a lavoro presso l’azienda di allevamento di bestiame della madre.
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