«Torniamo in A2, nei campionati che ci competono». Qualche settimana prima della sua scomparsa improvvisa e prematura il main sponsor, Totò Moncada, diceva cosi nell’imprimere la spinta decisiva alla chiusura della trattativa con Lorenzo Ambrosin. Il giocatore in forza a Scafati, cedeva alle lusinghe della famiglia Moncada e decideva di accettare la proposta di scendere di categoria per disputare i play-off promozione con Agrigento. La griglia che si prospettava, vedeva davanti alla Fortitudo due ostacoli di grande impatto, prima la Npc Rieti e poi l’altra Rieti, la corazzata Sebastiani. Cosi Gabriele decideva di rinforzare il roster per provare a centrare l’obiettivo. Ed ecco papà Salvatore, che da due anni aveva lasciato il testimone al figlio dopo aver deciso di autoretrocedere la squadra al tempo della pandemia, dare lo slancio decisivo per la firma. Una scelta che si è mostrata vincente e qualcosa, probabilmente, era già scritto. Non a caso, Lollo, così lo chiamano alla Fortitudo, in gara cinque segna la tripla del definitivo sorpasso. Mancano meno di due minuti all’ultima sirena, Rieti non segnerà più, mentre Alessandro Grande dalla lunetta con un due su due completerà l’opera. Agrigento porta a casa partita, serie e promozione.
Decisivo il fattore campo, la spinta degli oltre 3 mila del PalaMonada, per una Fortitudo che ha dovuto giocare le ultime tre partire priva del suo capitano Chiarastella. «Non esistono Mvp nella mia visione di pallacanestro. Ambrosin dice il presidente Gabriele Moncada – per me è tutto quello che si può richiedere ad un giocatore. Ha deciso di lasciare il certo per l’incerto, ha deciso di scendere di categoria, ha deciso i play-off». Un segno del destino, dunque, per una vittoria che non poteva avere altra dedica se non quella a Salvatore Moncada. Tutti hanno pensato subito a chi ha creato questo «giocattolo» subito dopo l’ultima sirena e significativa l’immagine di Patrizia Mantisi, moglie del compianto Salvatore, che alza il trofeo messo in palio dalla Lega. Ora i figli, Gabriele in testa, si riprendono la Serie A-2 e ci sarà da lavorare sodo.
«Abbiamo bisogno di tutte le forze sane di questa città per alimentare il progetto – aggiunge Moncada – dalla prossima settimana penseremo subito all’iscrizione. Poi decideremo il budget, ma sicuramente faremo il campionato di A-2». Agrigento ha già un roster di tutto rispetto e con l’innesto di due americani potrà essere competitivo per la A-2. In più si potrebbe ripartire
proprio dalle conferme a cominciare da quella di coach Michele Catalani, che tanto bene ha fatto in questi due anni, non a caso premiato come miglior allenatore della B». (DV)
Il presidente: «Dedicato a papà, ora vogliamo coinvolgere tutta la città»
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