Fermo non convalidato, perchè non vi è il pericolo di fuga, ma è stata applicata lo stesso la custodia cautelare in carcere, per il fornaio Vincenzo Filippazzo, 47 anni, accusato di avere cercato di uccidere uno dei titolari della macelleria di via Garibaldi, a Porto Empedocle. Lo ha deciso il Gip del Tribunale di Agrigento, Luisa Turco, dopo l’interrogatorio, nel corso del quale, l’indagato è rimasto in silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere.
Filippazzo è difeso dagli avvocati Salvatore Pennica, Alfonso Neri, e Luigi Troja. Proprio la difesa nega la tesi dell’inceppamento della pistola, chiedendo al giudice di riqualificare l’accusa da tentato omicidio, a quello di minaccia. Inoltre i difensori hanno chiarito che il 47enne Non voleva uccidere il macellaio, ma solo spaventarlo.
La moglie Antonina Pullara, 44 anni, in un primo momento finita agli arresti domiciliari, con l’accusa di detenzione di arma clandestina, poiché l’avrebbe raccolta e nascosta nelle parti intime, è stata rimessa in libertà dal pubblico ministero Gianluca Caputo, dopo le testimonianze rese da un poliziotto e da un finanziere, fuori servizio presenti al momento del fatto, che hanno spiegato che la donna aveva tentato di disarmare il marito.
La vicenda tre origine da un messaggio audio diffuso su WhatsApp, registrato nei mesi scorsi dalla stessa Antonina Pullara, con cui dava una falsa notizia della figlia di un macellaio empedoclino, a detta dalla stessa, contagiata dal Coronavirus, seguito da un secondo audio, in cui invitava i cittadini a non andare nelle macellerie.
Filipazzo, per questo motivo sarebbe stato picchiato dai due titolari della macelleria di via Garibaldi, e avrebbe denunciato l’accaduto. L’altra mattina la decisione di vendicarsi, portando con se la pistola.
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