“Questo quindi è stato il nostro punto di partenza – aggiungono Roberto D’Alessandro e Andrea Lolli- l’idea che la sua regionalità, cioè l’essere siciliano è del tutto casuale, cioè che sia un siciliano per caso, ma potrebbe essere di qualsiasi altra ragione”. “In realtà andando avanti nella scrittura – anticipano ancora – che vede nascere il nostro personaggio in un paesino della Sicilia, in una famiglia disadattata, povera fino all’inverosimile, composta da 12 figli, padre madre e annessi nonni, che lo vede poi partire per vicissitudini di natura amorosa, e che lo vede ancora peregrino per l’Italia, viaggiatore involontario, alle prese con realtà differenti dalla sua, c’è come una presa di coscienza che non poteva che nascere Siciliano”. “Lo spettacolo – spiegano ancora – è dunque il viaggio in Italia di Giovannino Pattarizzuti, ragazzo siciliano costretto all’esilio, della sua capacità o incapacità a rapportarsi con le altre realtà italiane. Questo il pretesto, il contenitore che è servito in definitiva ad esaltare le capacità istrioniche di Gianfranco Iannuzzo, che riesce divertire e trascinare il pubblico grazie alle sue esilaranti interpretazioni di decine di personaggi. Si ride, si ride, si ride. Vi pare poco?”, concludono. (AdnKronos)