Quel modo di spendere i soldi, il ricavato dalla tassa di soggiorno, sta facendo storcere il naso a tanti. A dire la sua anche l’Associazione Ricreativa e Culturale John Belushi. “Qual è la funzione della tassa di soggiorno? Azzardiamo una risposta” dice Antonio Barone, in rappresentanza dell’associazione: “quella di finanziare iniziative, calendarizzate con largo anticipo, destinate a attrarre il turismo di qualità in Città. A stagione turistica iniziata, dunque, appare viziata da forte contraddizione la pioggia di piccoli contributi (40.000,00 euro per la Palomar meriterebbero un discorso a parte) elargiti a coloro i quali, a vario titolo, organizzeranno eventi. Riteniamo, con molta benevolenza, che l’Amministrazione abbia tenuto conto, nel deliberare, di tutto quello che una attenta e consapevole gestione della cosa pubblica dovrebbe tener conto: e cioè entrare nel merito delle proposte, misurarne l’impatto e l’appeal, valutarne l’effettivo contributo alla vita culturale della Città; appurare se i richiedenti abbiano negli anni effettivamente dato respiro alla “vita culturale” agrigentina; controllare che le manifestazioni vengano svolte nella legalità e con attenzione alla salute pubblica. 2600 anni di storia- continua la nota- non possono essere mortificati da eventi che, in molti casi, hanno più le caratteristiche di una sagra di cattivo gusto mentre questa Città ha espresso intelligenze e buone pratiche che questa Amministrazione (e, parzialmente, anche quella precedente) mostra di non conoscere. Auspicando che quanto a margine venga accolto come un contributo costruttivo, si rivolgono alcune domande all’Amministrazione Miccichè (e alla non-opposizione in Consiglio Comunale): hanno notizia che esiste una Consulta della Cultura il cui obiettivo è quello di una programmazione annuale anticipata rivolta non solo all’accoglienza del “forestiero” ma al benessere culturale del Cittadino? Consulta che interagendo tra Enti, Scuole, Associazioni (che abbiano garantito una continuità di intervento nel territorio) valorizzi quanto esistente e promuova quanto di più interessante il “mercato” culturale offre razionalizzando gli interventi nel settore? Hanno contezza dell’esistenza e della produzione di realtà culturali che in Città operano da anni/decenni? Hanno consapevolezza che quanto deliberato appare ai più maliziosi come un’elemosina di natura prettamente clientelare? E, di conseguenza: ritengono opportuno reiterare l’idea di “fruizione culturale” caratterizzata da una profonda frammentazione e da una scarsa qualità dell’offerta frutto di una distorta destinazione “turistica” con risultati che sfociano nel provincialismo più grottesco (si pensi ai tanti, troppi, premi)? Hanno, in questi mesi di disattese promesse su tutti i delicati e complessi problemi della Città, analizzato la “questione culturale” da sempre condizionata da un modello di riferimento sub culturale non condivisibile?
Hanno preso coscienza del pessimo funzionamento della macchina amministrativa, caratterizzata da una palese incompetenza degli organi gestionali e dalla loro sostanziale incapacità di individuare interventi di valore? Ritengono, invece, che il “Municipio” debba affermare il proprio imprescindibile ruolo istituzionale di orientamento al consumo critico del “prodotto” culturale, di elevazione del benessere del Cittadino, ruolo questo che negli anni, spesso, è stato svolto da realtà minori che hanno incentivato settori e generi poco frequentati realizzando quel significato di Cultura intesa come insieme di persone, genti, valori, luoghi che sono espressione della pratica fondamentale della democrazia e della cittadinanza attiva?”
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