Il pubblico ministero Maria Barbara Grazia Cifalinò ha chiesto ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, di emettere una sentenza di non doversi procedere per sopraggiunta prescrizione di alcuni capi di imputazione a carico degli imputati dell’inchiesta “Giano Bifronte”, l’operazione della Guardia di finanza, su un presunto giro di tangenti all’ente regionale “Irfis”, mascherate da consulenze, in cambio di finanziamenti a tasso agevolato.
Il tribunale si pronuncerà in tal senso nella prossima udienza dopo aver esaminato tutta la documentazione. Se la richiesta venisse accolta rimarrebbero in piedi soltanto due capi di imputazione. Si tratta del filone “agrigentino” dell’inchiesta. Diciassette, in origine, gli imputati.
Gli imprenditori – secondo l’accusa – che volevano accedere ai prestiti agevolati dell’Irfis, e che potevano farlo rivolgendosi ad uno sportello, avrebbero preferito invece stipulare un contratto di consulenza con la “Intersistem srl”, la quale si sarebbe posta come soggetto di snodo, per tutti quegli imprenditori che volevano avere la strada più comoda, più facile per arrivare ai finanziamenti regionali.