“Svegliò una città dormiente e la rese visibile in tutto il mondo”. Così Andrea Bisicchia, docente di Metodologia e critica dello spettacolo, intervenendo, denunciava in un suo intervento, come la Città dei Templi avesse dimenticato, a sette anni di distanza dalla sua scomparsa, il professor Enzo Lauretta, uno degli indiscussi protagonisti della vita culturale agrigentina del passato. Lauretta (1924 – 2014) era arrivato nella Città dei templi da ragazzino al seguito della famiglia proveniente dalla provincia di Siracusa. Ad Agrigento si era formato culturalmente raggiungendo i massimi livelli fino a diventare lo studioso più accreditato di Luigi Pirandello a livello internazionale, nonché apprezzato saggista e narratore. Uomo di cultura dall’attività intensissima, ma anche politico attento ai bisogni della gente, Enzo Lauretta era stato sindaco e presidente della Provincia. Negli ultimi anni della sua vita il rapporto tra lui e la città si era un po’ affievolito ma con Agrigento aveva sempre mantenuto un legame molto forte. “Perché – spiegava lo scrittore poco prima di morire – in questa città ho vissuto gli anni della mia infanzia e della mia giovinezza e praticamente ho trascorso tutta la mia vita; sia quella politica che sindacale ma anche professionale, culturale e letteraria”. Enzo Lauretta fin dall’inizio aveva fatto una scelta ben precisa; rimanere a vivere nella provincia agrigentina, dove ambientava i suoi romanzi letterari, anziché emigrare nelle grandi città come hanno fatto tanti. “Perché – spiegava – Agrigento è una città bella, non soltanto dal punto di vista estetico e paesaggistico; bella per tutti i tesori d’arte che contiene. Bella per il suo mare, per i templi ma è bella soprattutto per i suoi abitanti che, pur con le caratteristiche negative che Pirandello rimprovera loro molte volte, cioè l’ignavia, che “il sole addormenta loro le parole in bocca”, tuttavia vi sono, non solo degli sprazzi di illuminazione ma delle vere e proprie esplosione di vita, intense che purtroppo non sono coordinate”. Questo fu’ il vero rimprovero che Lauretta faceva alla sua città: quello di non saper coordinare le varie attività culturali, che sono moltissime ma che si muovevano (e si muovono) all’insegna dell’estemporaneità e che difficilmente arrivano a raggiungere una cadenza storica. Con una certa ragione quindi, il professor Andrea Bisicchia, negli anni ospite fisso a tutti i Convegni pirandelliani, oggi denuncia come Enzo Lauretta sia finito nell’oblio, dimenticato dai più, inconsapevoli di quanto questo straordinario personaggio ha dato alla sua città.
Per non dimenticare Enzo Lauretta, Agrigento dovrebbe innanzitutto cercare di rivalutare quel patrimonio storico che sono i Convegni Pirandelliani, da anni ormai alla ricerca, a tutti i livelli, di sostegni sempre più difficili da trovare. Soprattutto attraverso il rilancio e l’entusiasmo di un tempo verso questi Convegni, la città potrà dimostrare di non avere dimenticato l’amato professore Enzo Lauretta.
LORENZO ROSSO
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