La Procura di Agrigento, guidata da Luigi Patronaggio, ha conferito l’incarico al medico legale per effettuare l’autopsia sulle quattro vittime della strage di contrada “Safarello” a Licata. Il medico legale comincerà già oggi con gli esami che verranno effettuati nella camera mortuaria dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento. I carabinieri della Compagnia di Licata hanno, intanto, accertato che anche Diego Tardino, il quarantaquattrenne ucciso assieme alla moglie Alexandra Angela Ballacchino di 40 anni, e ai due figli Alessia di 15 anni, e Vincenzino di 11, dal fratello Angelo poi morto suicida, aveva una pistola regolarmente detenuta.
L’arma però è rimasta all’interno della cassaforte, nella sua abitazione di campagna. La vittima, di fatto, non s’aspettava che il fratello più grande fosse armato e ieri mattina, di buon ora, gli ha aperto tranquillamente la porta di casa. Gli investigatori non sono riusciti ad aprire la cassaforte di Diego Tardino e hanno chiamato, in serata, i vigili del fuoco ed un fabbro. All’interno è stata trovata una pistola, carica, regolarmente detenuta dalla vittima. L’uomo aveva anche un fucile, trovato in casa, e una vecchia carabina. Angelo Tardino, 48 anni, che dopo aver ucciso il fratello, la cognata e i due nipotini si è tolto la vita, aveva invece 4 pistole, anche queste regolarmente denunciate.