Gli studenti di Agrigento in marcia a Palermo: “La mafia uccide, il silenzio pure”
Presente anche il Liceo Politi con striscioni, magliette e docenti accompagnatori: una lezione di cittadinanza e memoria
PALERMO – A 33 anni dalla strage di Capaci, Palermo si è trasformata in un grande presidio di memoria e legalità. Il 23 maggio 1992 la mafia uccideva il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Antonino Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Oggi, nel capoluogo siciliano, migliaia di studenti sono scesi in piazza per ricordare, riflettere e dire ancora una volta no alla mafia.
Tra loro anche una rappresentanza delle scuole della città di Agrigento, in particolare gli alunni della classe terza del Liceo Politi, che hanno preso parte alla manifestazione con striscioni, magliette e messaggi forti, incisivi, carichi di significato civile.
Tra gli slogan portati in piazza:
🟡 “La mafia uccide, il silenzio pure”
🟡 “Il vento della memoria spinge la giustizia”
🟡 “Se si insegnasse la bellezza alla gente, si fornirebbe un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”
Ad accompagnarli, un gruppo di docenti attivi e coinvolti: Marcella Riccobono, Maria Elena Turco, Salvatore Faldetta, Raffaele Musso, Rosa Gentile, Maria Nasonte ed , Monica Arnone.
La presenza degli studenti agrigentini ha rappresentato una forte testimonianza educativa, una partecipazione non rituale ma vissuta, con la consapevolezza che la memoria, per restare viva, ha bisogno di gambe giovani, occhi aperti e voci libere. Una presenza concreta e sentita, motivata non solo dalla voglia di ricordare, ma soprattutto dal desiderio di capire. Perché, come hanno sottolineato diversi insegnanti, la mafia oggi non è più solo quella delle stragi e dei morti ammazzati: si è trasformata, si insinua nell’economia, nei rapporti sociali, nelle zone grigie dove l’indifferenza prende il posto dell’impegno.
In questo scenario, la scuola, la cultura e l’educazione giocano un ruolo fondamentale.
Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un messaggio solenne, ha richiamato la necessità di non abbassare la guardia:
Nel suo intervento, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha richiamato il valore di questa ricorrenza come Giornata della Legalità, evidenziando la necessità di “coinvolgere le nuove generazioni nella responsabilità di costruire un futuro libero da costrizioni criminali”.
“La mafia – ha ricordato – come ogni fatto umano, ha avuto un inizio e avrà anche una fine. Ma all’opera di sradicamento va data continuità, cogliendo le sue trasformazioni e contrastando l’indifferenza”. Durante la giornata, è stata ricordata anche l’iniziativa lanciata dalla Regione Siciliana, che ha istituito – con decreto – il 23 maggio, il 19 luglio e il 21 settembre come Giornate regionali per la donazione del sangue, in memoria di Falcone, Borsellino e Livatino: “Il sangue non si versa, si dona”.
A 33 anni dall’attentato di Capaci, il messaggio che arriva da Palermo – e da Agrigento – è chiaro: la memoria è un vento che spinge la giustizia, e le nuove generazioni sono pronte a raccogliere quel testimone.
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