Spari in un bar a Favara: ucciso ex presidente del Consiglio Comunale

Spari in un bar a Favara: ucciso ex presidente del Consiglio Comunale. Poco dopo le 18,30 è stato freddato Salvatore Lupo, 45 anni, ex presidente consiglio Comunale di Favara.

Lupo, imprenditore nel settore delle residenze per anziani è stato freddato mentre si trovava all’interno di un bar di via IV Novembre. L’uomo sarebbe stato raggiunto da due colpi di pistola. Sul posto (GUARDA IL VIDEO) i carabinieri della locale tenenza che si stanno occupando di ricostruire le dinamiche di quanto accaduto nel giorno di Ferragosto, i due magistrati Paola Vetro e Maria Barbara Cifalino’.

Gli inquirenti sono alla ricerca di testimoni che potrebbero avere visto il killer, sembra a volto scoperto, che oggi pomeriggio ha ucciso, in un bar di Favara, l’ex Presidente del consiglio comunale Salvatore Lupo. L’uomo, un imprenditore nel settore delle residenze per anziani, nel 2017 finì in manette insieme con la moglie, nell’ambito dell’operazione “Stipendi spezzati” ma ha respinto le accuse.  Il politico, che è un noto imprenditore, è stato raggiunto da due colpi di pistola mentre si trovava in via IV Novembre, all’interno di un bar.

Ha sparato un killer a volto scoperto.

A uccidere l’ex presidente del consiglio comunale di Favara, Salvatore Lupo, 45 anni, con due colpi di pistola, sarebbe stato un solo killer a volto scoperto. Sono i primi particolari che emergono dell’omicidio dell’imprenditore, freddato con due colpi di pistola in un bar di via IV novembre. Lupo e’ stato ucciso davanti alla porta del bagno dal quale era appena uscito. Alla scena avrebbe assistito il barista, adesso sotto shock, principale testimone dell’accaduto. Sul posto è arrivato il procuratore capo Luigi Patronaggio. Si stanno sentendo diversi testimoni in caserma, si segue anche la pista familiare, senza tralasciare nulla.

Ferragosto di sangue dunque. nella cittadina in provincia di Agrigento, chiamata alle urne per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale a ottobre prossimo.

Lupo era un personaggio parecchio conosciuto e sarebbe stato freddato e in passato era finito sotto inchiesta per una brutta storia di estorsione ai danni di alcuni suoi dipendenti. Secondo la ricostruzione accusatoria avrebbe assunto, insieme ad altri, i dipendenti della cooperativa sociale imponendogli una retribuzione non adeguata, o comunque inferiore, alle prestazioni lavorative obbligandoli in seguito ad aprire conti correnti e consegnare pin e bancomat in modo da consentire l’accredito dell’intera somma e provvedere poi al prelevamento del denaro contante. L’inchiesta è una costola del blitz “Catene Spezzate” – eseguito nel 2015 –  che lo scorso maggio ha portato al rinvio a giudizio di otto persone per maltrattamenti e sequestro di persona nei confronti di alcuni disabili ospiti della cooperativa.  Tutte accuse che Lupo aveva respinto.

Articolo in aggiornamento