C’è anche un trentanovenne di Agrigento, residente nella zona del Campo Sportivo, tra i 58 indagati di una vasta operazione antidroga che nel novembre scorso ha consentito di smantellare un’organizzazione che gestiva il traffico e lo spaccio di droga nel quartiere “Sperone” di Palermo, alla periferia orientale della città. I carabinieri avevano eseguito 37 provvedimenti in carcere, 20 ai domiciliari e un obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria, emessi dal Gip del Tribunale di Palermo, con l’accusa di associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, e spaccio di sostanze stupefacenti.
L’agrigentino era finito agli arresti domiciliari con l’accusa di avere acquistato in più occasioni imprecisate quantità di droga a Palermo, e gli stupefacenti in un secondo tempo sarebbero stati spacciati nella piazza agrigentina. I fatti dell’inchiesta risalgono al 2018. Negli giorni scorsi i giudici del Tribunale del Riesame di Palermo, accogliendo il ricorso del legale difensore dell’indagato, l’avvocato Davide Casà hanno rimesso in libertà il trentanovenne, applicandogli la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per la firma.
L’organizzazione aveva a disposizione magazzini e appartamenti, in cui i sodali si riunivano per decidere le strategie, spartirsi i proventi o rifornire i pusher. Queste ‘basi’ venivano utilizzate per lo stoccaggio di marijuana e hashish, o come laboratori per “cucinare” la cocaina per la produzione di crack.