Da Favara Sanitlife arriva a Giuliana. Nel pomeriggio del 4 giugno scorso, mentre continua il suo apprezzato servizio, di cui usufruiscono non solo tanti favaresi, ma anche non pochi provenienti dai paesi vicini, una nuova sede è stata inaugurata, appunto, nel comune in provincia di Palermo.
Un comune questo di Giuliana, piccolo ma davvero caratteristico, con un lungo passato storico; un Comune di poco più di 1.500 abitanti del territorio metropolitano di Palermo, e comunque quasi equidistante sia da Palermo che da Agrigento, perché la distanza dall’uno e dall’altro capoluogo di provincia è quasi uguale, sempre di circa 80 chilometri. Da precisare comunque che, ecclesiasticamente, come diocesi, Giuliana appartiene a Monreale. Presente ieri non solo una larga rappresentanza di cittadini giulianesi, con i vertici delle autorità civili a partire dal Sindaco, Francesco Scarpinato, dal suo vice Pietro Quartararo, dall’arciprete, don Antonino Di Chiara, dal Comandante dei Vigili Urbani, Carabinieri, ma presenti anche diverse decine di favaresi, collegati alla Polimedica, per rapporti non solo professionali, ma anche di gratitudine e stima col direttore Lillo Montaperto, al quale ultimo si deve se le due strutture di Favara siano molto apprezzate, stimate, all’avanguardia dal punto tecnologico e professionale, così come adesso quelle di Giuliana, con operatori di qualificata e maturata esperienza. Nella preghiera di benedizione il pensiero è andato alla casa di Sofferenza di P. Pio di S. Giovanni Rotondo, fortemente voluta ed inaugurata dal frate francescano-cappuccino stigmatizzato, il grande Santo P. Pio da Pietrelcina. Una nobilissima idea quella del “sollievo della sofferenza dell’umanità”; un’idea nata in Padre Pio, sin dall’infanzia e che si concretizzò quando , il cardinale Giacomo Lercaro, alla presenza di Padre Pio, benediceva ed inaugurava il 5 maggio 1956 questa Casa Sollievo della Sofferenza, adesso uno degli Ospedali più rinomati d’Italia e del mondo. E ci piace ricordare le parole dette da Padre Pio ai medici ed a tutti i vari operatori, il giorno seguente l’inaugurazione del suo ospedale: “Voi avete la missione di curare il malato; ma se al letto del malato non portate l’amore, non credo che i farmaci servano molto. Portate Dio ai malati: varrà di più di qualsiasi altra cura. Nel malato voi curate Cristo; nel malato povero voi curate Cristo due volte!” Ieri, prima della benedizione, non solo è stata brevemente ricordati la figura di P. Pio, la sua opera, le sua parole, e soprattutto l’invito a coglierne bene il senso, nello sforzo quotidiano di tradurle in pratica sempre più e meglio, ricordando il grande momento vissuto, quando, con la guida dei coniugi Montaperto-Di Natale e la collaborazione di tanti altri, la statua di Padre Pio nel febbraio 2004 è stata accolta a Favara nella Chiesa di S. Vito. Contestuale allora la costituzione del Gruppo di preghiera, per decreto dell’arcivescovo del tempo S. E. Mons. Carmelo Ferraro, la cui pergamena di nomina, è conservata ed affissa accanto alla statua del Santo nella Chiesa S. Vito.
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