La sparizione di 570mila euro dai conti correnti dell’Ufficio Postale di Favara, e una storia di squallidi ricatti sessuali. Dopo una falsa partenza, il 30 gennaio prossimo nel corso dell’udienza preliminare, i difensori dei tre indagati potranno chiedere un eventuale rito alternativo (abbreviato o patteggiamento).
Sul banco degli imputati il dipendente postale infedele di Favara, Pasquale Di Stefano, 64 anni, che, nel corso di circa sette anni, avrebbe sottratto a più riprese, euro più, euro meno, 570 mila euro dai conti correnti di una sessantina di ignari suoi compaesani, lasciandoli con un pugno di mosche in mano, e facendo perdere momentaneamente le proprie tracce, poi rintracciato e destinatario di un sequestro di beni.
All’uomo viene contestata l’accusa di peculato. La seconda imputazione è la chiave della vicenda: Di Stefano è accusato di atti sessuali con una ragazzina di età inferiore ai 14 anni che avrebbe adescato nella sua auto dopo essersi fotografato i genitali col cellulare. Poi, secondo la ricostruzione dell’accusa, avrebbe mostrato la foto alla ragazzina con la raccomandazione provocatoria di “farla vedere alla madre”.
Da qui sarebbe scaturita l’idea della coppia di ricattare l’impiegato postale:”Dammi i soldi o dico a tua moglie che molesti mia figlia”.
I soldi sottratti, infatti, non sono finiti tutti nelle disponibilità di Di Stefano. Una buona parte, 250 mila euro circa, sarebbero finiti nelle tasche di una coppia di coniugi. Si tratta di Annamaria Stagno, 44 anni, di Favara, e Umberto Nocito, 38 anni, originario di Messina, entrambi residenti nel Catanese. I due avevano scoperto dei particolari imbarazzanti della vita privata dell’impiegato, e a più riprese, dietro la minaccia di rendere pubbliche situazioni sconvenienti, gli hanno estorto l’ingente somma in denaro.
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