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Home » FUORI PROVINCIA » Sfruttavano braccianti stranieri nelle campagne dell’agrigentino e del nisseno: 8 indagati

Sfruttavano braccianti stranieri nelle campagne dell’agrigentino e del nisseno: 8 indagati

12 Luglio 2023
in FUORI PROVINCIA
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Operazione contro il caporalato e lo sfruttamento di braccianti agricoli stranieri della Squadra Mobile di Caltanissetta che ha eseguito otto misure cautelari. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip, su richiesta della Procura della Repubblica. Coinvolti soggetti residenti nelle province di Agrigento e Caltanissetta. Uno degli indagati è stato sottoposto agli arresti domiciliari, ad un altro è stato applicato l’obbligo di dimora nella città di Delia e per altri titolari di aziende agricole è stato disposto il divieto per 1 anno di esercitare l’attività d’impresa.

Le indagini hanno avuto inizio nel maggio 2022 a seguito di alcune segnalazioni pervenute alla polizia. Dal racconto di alcuni cittadini pakistani è emerso che un uomo reclutava, vicino la stazione di Caltanissetta, ogni mattina all’alba operai extracomunitari per portarli nelle campagne di Delia e di Agrigento a lavorare in nero. Gli investigatori hanno accertato che quotidianamente uno degli indagati, in concorso con un altro complice, reclutava decine di operai raccogliendo gravi indizi di colpevolezza a carico di 8 indagati, 6 dei quali imprenditori agricoli.

Durante l’indagine sono stati effettuati diversi controlli presso le aziende agricole interessate. I braccianti, ascoltati dagli investigatori della Squadra Mobile, hanno dichiarato di percepire esigue paghe giornaliere per 8 ore di lavoro, prestate in assenza di condizioni di sicurezza. Sempre secondo quanto dichiarato dai braccianti, quest’ultimi erano costretti ad accettare le condizioni di sfruttamento in quanto versavano in stato di bisogno. Durante uno dei controlli è stato possibile constatare che uno degli indagati trasportava gli operai in assenza di qualsivoglia norma di sicurezza, ammassati in un furgone.

Due indagati avrebbero inoltre percepito parte dei compensi spettanti ai braccianti per l’attività di intermediazione. Un altro avrebbe infine minacciato di morte gli operai in caso di mancato rispetto delle regole imposte, costringendoli anche a comprare gli attrezzi da lavoro.

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