Un sequestro da 50 milioni di euro è scattato tra l’Italia e il Marocco. È il più ingente in Italia nel 2025. Ad eseguire il provvedimento è la Guardia di finanza di Caltanissetta, coordinata dalla Dda della procura nissena, che ha dato avvio a un sequestro di primo grado di beni a un imprenditore gelese, Emanuele Catania, intesto Antonino, impegnato nel settore della pesca e della commercializzazione di prodotti ittici, anche su scala internazionale. L’attività principale la commercializzazione di prodotti ittici a livello internazionale. I sigilli sono stati apposti ad oltre 40 immobili, veicoli, conti correnti bancari, quote societarie, unità navali (pescherecci) e compendi aziendali
Secondo approfondite indagini l’imprenditore gelese già condannato in via definitiva per associazione mafiosa sarebbe stato referente della famiglia Rinzivillo di Gela per varie attività criminali tra le quali il riciclaggio di denaro. L’operazione, per la quale sono impegnati oltre 60 militari del Comando provinciale di Caltanissetta, con il supporto di mezzi aerei della sezione aerea di Palermo e di diverse unità navali del Corpo, sta interessando le province di Caltanissetta, Trapani, Ragusa, Agrigento, Salerno, Pescara e paesi dell’Africa settentrionale. L’azione sarebbe legata a un’azienda locale del settore ittico. Maggiori dettagli sull’operazione saranno forniti successivamente.
Il sequestro trae origine da approfonditi accertamenti patrimoniali eseguiti – su delega della locale Procura – che hanno riguardato 45 soggetti tra persone fisiche e giuridiche, ricostruendo un imponente reticolo societario e familiare, nonché una sperequazione evidente tra redditi dichiarati e incremento patrimoniale osservato nel periodo 1985 – 2022.
Emanuele Catania è soggetto coinvolto e condannato in via definitiva per associazione mafiosa per avere fatto parte sin da primi degli anni ‘90 dell’organizzazione criminale di stampo mafioso denominata Cosa nostra operante a Gela e segnatamente, della famiglia Rinzivillo, articolazione territoriale della suddetta associazione, avente al vertice i fratelli Antonio, Crocifisso e Salvatore Rinzivillo.
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