Secondo quarto fatale
La Fortitudo regge un tempo, poi il break che decide la gara
In sala stampa, dopo la sconfitta interna contro la Rucker San Vendemiano, il filo conduttore è uno solo: contesto difficile, orgoglio e la necessità di ripartire. A parlare è Paolo D’Angelo, vice di coach Cagnardi, fermato dal virus influenzale che ha colpito lo spogliatoio biancazzurro.
«È stata una partita complicatissima, in un contesto molto particolare – spiega D’Angelo – tra infortuni e virus di stagione che hanno decimato la squadra, compreso il capo allenatore. Detto questo, senza mancare di rispetto a San Vendemiano, che ha giocato una ottima partita, voglio fare i complimenti ai nostri ragazzi».
Il tecnico sottolinea soprattutto l’atteggiamento mostrato dalla Fortitudo, nonostante le difficoltà: «Abbiamo giocato con grandissimo orgoglio, provando per 40 minuti a restare in partita e a rientrare in una situazione oggettivamente complicata. Probabilmente, contro una squadra meno organizzata e con meno energia, con il solo cuore saremmo anche riusciti a portarla a casa».
San Vendemiano, però, è squadra strutturata, capace di leggere i momenti della gara e di colpire quando Agrigento rallenta. «È una formazione molto organizzata – continua D’Angelo – e in questo momento, con quello che siamo riusciti a preparare in due giorni, era difficile fare di più».
Lo sguardo si sposta subito avanti, perché il calendario non concede tregua. «Adesso l’obiettivo è stare bene, superare questo momento non fortunato e cercare di raccogliere i frutti del lavoro che stiamo facendo da mesi. Non sempre riusciamo a farlo con continuità, ma il percorso è quello giusto».
Infine, l’immediato futuro: «Ci aspettano tre partite in sei-sette giorni, con due trasferte. È una situazione che tocca a tutti in questo campionato, questa settimana tocca a noi. Andiamo su un campo molto difficile, a Omegna, e dovremo ripartire dall’energia mostrata contro San Vendemiano, provando ad aumentare ancora la compattezza per competere tra meno di 72 ore».
Parole che raccontano un momento delicato, in cui la Fortitudo è chiamata a stringere i denti e a trovare risposte dal campo. Perché il tempo per fermarsi, in questo campionato, semplicemente non c’è. Leggi anche: La Fortitudo regge un tempo, poi la Rucker prende il controllo
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