Scuola ha vinto l’anarchia, la Regione decide la riapertura ma i sindaci vanno in ordine sparso. Così continuano le vacanze per gli studenti delle scuole siciliane di ogni ordine e grado. Cominciate il 23 dicembre, praticamente non si sono più concluse. Il primo rientro previsto per il 10 gennaio è stato posticipato al 13. Ma ecco la cronaca di una giornata convulsa e di uno scontro Regione-Comuni. Vacanze a scuola finite, anzi no. In Sicilia il caos è l’unica certezza. L’apposita task force decide la riapertura da oggi. Ma gran parte dei sindaci rinvia a lunedi. Eppure anche Draghi era stato chiaro a dare indicazioni verso il ritorno tra i banchi degli studenti in presenza: “Il governo ha la priorità che la scuola stia aperta in presenza: basta vedere gli effetti di disuguaglianza tra studenti, scolari della Dad lo scorso anno per convincersi che questo sistema scolastico che può essere necessario in caso di emergenze drammatiche provoca disuguaglianze destinate a restare tra chi ci sta di più e di meno, tra nord e sud e che si riflettono su tutta la vita lavorativa”. E proprio sulla Dad, paventata in questi giorni anche in Sicilia, il presidente del Consiglio ha riconosciuto che “probabilmente ci sarà un aumento delle classi in Dad ma quello che va respinto è il ricorso generalizzato alla didattica a distanza”. Draghi ha sottolineato che “ci sono anche motivazioni di ordine pratico: ai ragazzi si chiede di stare a casa, poi fanno sport tutto il pomeriggio e vanno in pizzeria? Non ha senso chiudere la scuola prima di tutto il resto, ma se chiudiamo tutto torniamo all’anno scorso e non ci sono i motivi per farlo”.
Sulla stessa linea la Regione Siciliana, dopo la task force convocata dal governo regionale, l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, ha spiegato che “non ci sono le condizioni giuridiche per sospendere ulteriormente le attivita’ didattiche”. La sospensione delle lezioni in presenza e’ possibile solo in zona rossa, arancione e nei casi previsti dal decreto nazionale. Condizioni necessarie ma non sufficienti per andare in Dad poiche’ ci vuole l’avallo dell’Asp. Il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Suraniti, ha sottolineato che la Sicilia ha comunque dati pandemici piu’ bassi rispetto alla media nazionale. Anche l’associazione nazionale dei presidi, fa sapere la Flc Cgil, “si e’ schierata per il ritorno a scuola senza se e senza ma”. “Noi abbiamo rappresentato le condizioni drammatiche in cui vertono le scuole, le forti criticita’ soprattutto a livello organizzativo e il fatto inequivocabile che i dati pandemici sono destinati ad aumentare – afferma la Flc Cgil – Assurdo riaprire 2-3 giorni per mandare tutti in Dad o Ddi lunedi’ prossimo. Abbiamo chiesto ancora qualche giorno ma abbiamo capito che solo una norma del governo nazionale puo’ evitarlo”.
Poi il colpo di scena, con i ragazzi già con gli zaini e le merende pronte per il rientro a scuola, arriva la decisione dei sindaci che in ordine sparso decidono per un ulteriore rinvio di due giorni. Al sindaco del capoluogo Francesco Miccichè non rimane che adeguarsi alle decisioni dei colleghi degli altri comuni siciliani: Agrigento, scuole chiuse fino al 16 gennaio.
Il coordinamento regionale delle consulte provinciali studentesche si è detto invece “deluso e amareggiato”. La task-force regionale, convocata per la seconda volta in meno di sette giorni, ha deciso rientro a scuola per il 13 gennaio. Il Coordinamento era presente all’incontro con il Coordinatore Regionale, Flavio Vicari, che ha provato ad esprimere chiaramente il parere della popolazione studentesca, venendo però più e più volte interrotto nel suo discorso dallo stesso Lagalla, che ha giudicato “inutile e insensata” la proposta di screening periodici giudicando poi le richieste e le scelte del Coordinamento come inutili e fuori contesto. Tutto questo mentre si aspetta ancora l’arrivo del picco dei contagi. E mentre qualcuno sostiene che con il virus bisogna imparare a convivere anche tra i banchi scolastici, le scuole, anche qui in ordine sparso, si stanno cominciando ad organizzare per riattivare la didattica a distanza. Se fosse una partita di Monopoli potremmo dire: perdi un turno e riparti dal via.
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