Scuola: crescono le manifestazioni di studenti sparsi in Italia per dire “no alla dad, ad Agrigento è Giorgio Bongiorno, rappresentante dei giovani di Italia Viva Agrigento Sturzo a fare la voce grossa. Ecco la nota firma del giovanissimo esponente politico:
La vera tragedia è che la scuola sta celebrando il proprio fallimento e lo celebra da anni nell’incapacità di formare cittadini consapevoli, nell’incapacità, evidenziata dai social, di non aver saputo insegnare una lingua, la lingua nazionale.
Assistiamo quotidianamente all’eccidio di tutte le forme verbali e ad un massacro sistematico della sintassi, purtroppo spesso i social ci offrono la possibilità di capire i titoli di studio e vi garantisco che sono diplomati talvolta anche laureati.
Quante volte incontriamo incontriamo gente incapace di saper distinguere una “E” congiunzione con una “E” verbo, di riuscire a capire il valore dell’H prima della A.
Cosa vogliamo salvare con questa ipocrisia delle scuole belle, buone e unico veicolo di crescita culturale e morale?
Tutti per mesi a domandarsi se riaprono o non riaprono, se si riparte o non si riparte. Ma quali scuole? Che scuola vorremmo riaprire ? È questo che dovreste domandare.
E non parlateci della DAD, che è risultata essere una vero fallimento, non nascondiamocelo, almeno sulla scuola mettiamo da parte l’ipocrisia: la formazione dei giovani è ferma ormai da 2 anni.
Chi restituirà questi anni fondamentali di formazione ai giovani?
È il primo anno della mia vita nel quale non sono rientrato dentro una classe e vi garantisco non ho nessuna nostalgia di farlo.
Ero stanco e indignato, non volevo più per nessuna ragione continuare ad assistere alla fiera dell’ovvio e del banale, di fronte ad una classe docente spesso non incline al dialogo men che meno classe docente mediatrice di cultura.
È esattamente questo che manca nelle scuole: la cultura.
Ancora i social mi hanno dato la dimensione di quanta povertà culturale c’era fra i miei docenti, quando me li ritrovo razzisti, ignoranti e talvolta anche omofobi, anche se a volte quello lo erano anche in classe.
Quanta tristezza.
Questi dovrebbero essere gli educatori del futuro, pronti sempre a inchinarsi all’incedere borioso del loro dirigente scolastico di turno, sì proprio di quel preside che disdegnava di entrare nelle classi, di guardare in faccia gli alunni, i suoi alunni.
Sempre pronto a costruire montagne di carte per compiacere le disposizioni degli alti dirigenti ministeriali, ma mai pronto ad occuparsi della crescita morale e culturale della scuola. Sempre pronto ad occuparsi del convegnuccio preparato ad doc per l’assessore di turno e mai pronto ad occuparsi dei seri problemi che oggi i ragazzi riscontrano all’interno delle scuole.
Ma vogliamo ancora dire che tutto va bene Madama Marchesa?
Vorrei raccontarvi dell’attacco che mi mosse un componente della mia commissione all’esame di stato perché non aveva gradito uno dei nostri tanti articoli sul sistema scolastico, un attacco privo di contenuto, con il solo intento di screditare e mettermi in difficoltà. Noi abbiamo raccontato pubblicamente il grande fallimento dell’attività di alternanza scuola lavoro, che da attività di alto valore formativo ed educativo si riduceva ad un moltiplicarsi ipertrofico di scartoffie e “firmuccie”, tutto perfettamente compilato per dimostrare agli organi superiori che tutto si stava svolgendo per bene, mentre i ragazzi in classe si ricreavano per ore con “pokerucci” e “briscolette”.
Lo abbiamo detto per mesi sui nostri social e sulla stampa, abbiamo raccontato ciò che succedeva all’interno delle nostre aule, il tutto ammantato dal silenzio assordante dei docenti imbarazzati, costretti a vigilare, che avrebbero preferito tornare in classe a fare lezione.
Paradossalmente i docenti da vittime e semplici esecutori delle direttive ministeriali si sono trasformati in difensori di questo sistema marcio, mal funzionante ed ipocrita. Evidentemente la scuola non ha apprezzato la nostra sete di verità, avrebbe di gran lunga preferito dei giovani ipocriti e bugiardi, servi di questo sistema che fa comodo a molti, un sistema che protegge se stesso, che non accetta le critiche e che non vuole cambiare.
Presto si riapriranno le scuola, ce lo auguriamo, ma non si ricomincerà, non si ripartirà davvero e non lo si farà fin quando la cultura non rientrerà nelle scuole. Nei prossimi mesi dobbiamo muoverci in questo senso, per far sì che questa scuola possa ripartire davvero, ricominciando a prendersi cura dei propri ragazzi, formando cittadini consapevoli, capaci di affrontare i problemi del nostro tempo, dobbiamo farlo tutti insieme, ripensando questo sistema scolastico ormai stantio e obsoleto.
Facciamo un appello a tutte le famiglie, siete voi i veri utenti della scuola, sono i vostri figli, ribellatevi contro chi preferisce fare anticamera dietro la porta del dirigente di turno dimenticandosi dei vostri figli.
Noi da mesi abbiamo intrapreso questa battaglia, fatelo con noi, veniteci ad aiutare, un paese che non si occupa delle criticità del suo sistema scolastico è un paese che ha un serio problema con se stesso!
Giorgio Bongiorno, portavoce dei giovani di Italia Viva Agrigento Sturzo.