Luca Fresco, il 42enne di Agrigento, sottocapo alla Capitaneria di porto – Guardia costiera di Porto Empedocle, arrestato dai suoi stessi colleghi, appartenenti alla sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica, all’ora di pranzo di venerdì scorso, ha ottenuto gli arresti domiciliari. Lo ha deciso il Gip del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, accogliendo la richiesta del legale difensore dell’indagato, l’avvocato Mariangela Cucchiara. Il reato contestato – scrive La Sicilia questa mattina – è traffico di influenze illecite (articolo 346 bis), e non come inizialmente ipotizzato millantato credito e truffa aggravata continuata. Nel corso dell’interrogatorio Fresco non ha risposto ad alcuna domanda, e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il Gip al termine dell’udienza ha convalidato l’arresto, e disposto gli arresti domiciliari. Fresco avrebbe chiesto soldi in cambio di un lavoro, o ancora in cambio di certificati di abilitazione, o titoli professionali. Anche se ad oggi, e bene ricordarlo, deve rispondere di un solo episodio, quello per cui è finito in carcere. Il 42enne vantando conoscenze con un soggetto (allo stato non identificato compiutamente), pubblico ufficiale in servizio presso l’Autorità Portuale, e con tre marescialli (estranei ai fatti), indebitamente si sarebbe fatto consegnare da G.I., una somma di denaro, pari a circa 3.000 euro, in cambio dell’assunzione come operatore tecnico presso l’Autorità Portuale di Porto Empedocle, senza che quest’ultimo avesse ottenuto i titoli necessari, né avesse partecipato ad alcun concorso pubblico. Le indagini vanno avanti. (La Sicilia)
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