Il personale della squadra Mobile di Agrigento, a seguito di un’attività investigativa svolta presso l’HotSpot di Lampedusa, in sinergia e sotto le direttive della Procura della Repubblica di Agrigento, ha dato esecuzione a 2 provvedimenti di fermo indiziario di delitto nei confronti B.M.F., tunisino di 41 anni, e Z.M., egiziano di 30 anni, accusati del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I due, in violazione delle norme previste dal Testo Unico dell’Immigrazione clandestina, avrebbero trasportato nel territorio italiano extracomunitari conducendoli dalla Tunisia verso le acque territoriali italiane, a bordo di natanti inidonei ad effettuare la traversata, procurando agli stessi l’ingresso illegale nel territorio nazionale.
L’attività d’indagine si è concentrata sulla ricostruzione delle dinamiche di due sbarchi giunti a Lampedusa il 7 luglio scorso. Il primo avveniva durante la notte e contava ben 420 migranti giunti su un natante di legno della lunghezza di circa 16 metri, inadatto a trasportare un tale numero di persone; il secondo avveniva nel pomeriggio della medesima giornata, con 49 migranti arrivati a bordo di un natante in precarie condizioni di galleggiabilità.
Superate le difficoltà legate anche al timore dei migranti di riferire informazioni circa l’identificazione dei scafisti per paura di eventuali ritorsioni, gli investigatori della Mobile sono riusciti a individuare il tunisino e l’egiziano, con le aggravanti di aver procurato l’ingresso sul territorio nazionale di più di 5 persone, di averli esposti a pericolo per la loro vita, o per la loro incolumità, e di aver agito allo scopo di trarne profitto anche indiretto. L’esecuzione dei due provvedimenti è avvenuto a seguito del trasferimento dei predetti con la nave di linea da Lampedusa a Porto Empedocle. Espletati gli adempimenti di rito i due sono stati associati alla Casa circondariale di Agrigento, e ieri il Gip del Tribunale di Agrigento, ha convalidato il provvedimento di fermo, disponendo per entrambi l’applicazione della custodia cautelare in carcere.