Il Savonarola di don Vincenzo Arnone
…”Sai come son fatti i cittadini fiorentini ? Son fatti come i sarti… perché quando entrano a far parte della magistratura fiorentina o che hanno a che fare con qualche ufficio, cominciano a misurare chi per sé, chi per i parenti, chi per l‘amico, chi per la sua casa; e ognuno va come misurando una veste o un farsetto che stia bene o alla sua “spezialità”, al partito o al ceto cui appartiene”.
Dura e chiara condanna di una politica clientelare che anziché il bene comune, persegue in modo sistematico quello particolare.
Si tratta di uno dei passaggi che don Vincenzo Arnone mette in bocca a Fra Girolamo Savonarola, nel corso della sua rielaborazione teatrale della grande figura del frate domenicano condannato a morte il 22 maggio a Palazzo Vecchio, con sentenza eseguita nell’antistante Piazza della Signoria a Firenze , il 23 maggio 1498.
Rappresentazione teatrale in programma a Palazzo Vecchio nella Sala D’Arme il prossimo 17 febbraio nell’ambito della Festa della Toscana, in collaborazione con il Comune di Firenze, Laboratorio Percro, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, a cura del Centro Culturale di Teatro diretto da Pietro Bartolini con l’organizzazione di Ludovica Sanalitro.
Un dramma, questo del sacerdote-scrittore Vincenzo Arnone, (autore di opere di narrativa, saggistica e di teatro, favarese doc, trapiantato nella diocesi di Firenze, parroco a Montebonello, vicariato di Pontassieve), scritto nel 1997, in occasione del quinto centenario della morte del celebre frate domenicano.
Un passaggio quello sopra citato in cui l’Arnone, a nostro giudizio, ha colto assai bene la statura morale di Fra Girolamo Savonarola, uno uomo di forte personalità, di profonda spiritualità, di provata insofferenza per la dilagante corruzione morale del suo tempo, anche fra gli ecclesiastici.
Non solo ! fu profeta dell’imminente frattura che di lì a poco, fra meno di vent’anni, avrebbe colpito la Chiesa con la riforma protestante di Lutero.
Ed inoltre, Savonarola, nato a Ferrara nel 1452, era un personaggio scomodo per molti, perché assolutamente refrattario ai compromessi morali, convinto com’era che le virtù cristiane non possono essere disgiunte da quelle civili, per la corretta gestione politica di una città come Firenze.
Perciò Fra Girolamo Savonarola viene considerato l’antesignano della moderna dottrina sociale della Chiesa, che tra i suoi principi qualificanti ha proprio quello di collegare sempre la sfera morale con quella politica nella gestione della cosa pubblica.
In questo senso ci spieghiamo la stima che Savonarola ha avuto, specie dopo la Rerum Novarum del 1991 da diversi pontefici, da uomini di santa vita impegnati nel sociale come Pier Giorgio Frassati o Giorgio La Pira.
E la Chiesa che non ha timore di riconoscere le sue fragilità ed i suoi errori, da tempo ha maturato una valutazione diversa del predicatore-riformatore domenicano Girolamo Savonarola, la cui causa per la sua beatificazione è stata addirittura anche ufficialmente introdotta il 30 maggio 1997, dall’archidiocesi di Firenze.
La rappresentazione a Firenze del dramma di Vincenzo Arnone, oltre ad accendere i riflettori su questa grande figura a 519 anni dal suo “martirio”, richiama sicuramente ad una questione di fondo che la politica italiana ha proprio in questi giorni davanti.
La necessità di sapere finalmente trovare la forza morale di sapere unire politica e moralità, e potere avviare decisamente un’azione nuova, proprio da Firenze, per sconfiggere la corruzione.
Diego Acquisto