Ammettiamolo, non siamo pronti ad affrontare l’arrivo della bella stagione.
San Leone è il caos sotto tutti i punti di vista. Pulizia, verde pubblico, traffico, strade, spiagge, mare, parcheggi, locali pubblici, movida, ordine pubblico, illuminazione, sport e tempo libero, nautica. Insomma tutto ciò che fa di una località balneare la mèta preferita dei suoi abitanti, di quelli del circondario e si spera anche dei turisti. Invece non va bene nemmeno uno di questi aspetti. Per giustificarsi chi non ha predisposto in tempo quanto doveva darà la giustificazione del Coronavirus, ma sappiamo tutti che è una scusa. La programmazione dell’estate non viene fatta a marzo o aprile. La programmazione è oggetto di un’attività che viene programmata, appunto, negli anni.
E non ci riferiamo ai fantasiosi filmati di una San Leone sognata con piste ciclabili, piste per jogging e spiagge con palme e accessi per disabili, ci riferiamo a quello che accade da molti anni e che ci avevano indotto ad abbandonare San leone per andare al mare in qualche comune rivierasco della provincia.
Ora siamo di nuovo a San Leone e… non funziona niente.
Si corre ai ripari con una pulizia straordinaria a fine giugno, all’annuncio della prossima pulizia delle strade e si penalizzano i locali con chiusure anticipate, minacce di sanzioni e controlli.
Ma se non si è predisposto in tempo un piano del traffico o dei parcheggi, è chiaro che ora scoppia il caos. Se non si è lavorato per un adeguato controllo della movida (non dei locali) è chiaro che la situazione sfugge di mano. Ed è inutile dire che non si possono fare i controlli fino a tarda sera ad Agrigento e a San Leone, perché equivale a dire che la sera o la notte vigono le regole del Far West.
Non siamo noi che dobbiamo dire quello che bisogna fare per assicurare alla cittadinanza ordine e sicurezza 24 ore su 24.
Noi siamo quelli che ascoltiamo la gente, vediamo quello che avviene e lo riportiamo, per sensibilizzare chi ha scelto di assumersi l’onere della guida di una comunità, di attivarsi per risolvere alcuni problemi della gente, magari quelli generali, ma che sono legati ai momenti di relax delle persone e delle famiglie.