“Mi volevano buttare fuori di casa, e li ho uccisi. Prima ho colpito mia madre al collo con la mannaia che tenevo nella mia cameretta, in una borsa frigo. Lei non è morta subito. Ho continuato a colpirli anche quando ho capito che non respiravano più, ed ho inferto altri colpi per tranciargli le mani”. È un racconto orrendo quello fatto da Salvatore Sedita, il 34enne di Racalmuto, che ha reso una piena confessione del duplice omicidio dei genitori, davanti al Gip del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano.
E’ stato il giovane ad uccidere il padre Giuseppe Sedita, 66 anni e la madre Rosa Sardo, di 62, per dei contrasti familiari. Sedita, dopo la separazione, era tornato a vivere con i genitori. Assistito dal suo difensore, l’avvocato Ninni Giardina, dopo essere stato sottoposto a delle terapie nel reparto di psichiatria dell’ospedale “San Giovanni di Dio”, è apparso più lucido, rispetto al racconto delirante reso nell’interrogatorio al momento del fermo, al pubblico ministero Gloria Andreoli, e ai carabinieri.
Il procuratore capo, facente funzione, Salvatore Vella, e il sostituto procuratore Andreoli hanno chiesto un incidente probatorio per accertare in contraddittorio le condizioni psichiatriche del trentaquattrenne racalmutese. Il Gip deciderà nelle prossime ore con la richiesta di convalida del fermo e sulla misura da applicare. Sia la Procura di Agrigento, che il legale difensore dell’indagano hanno chiesto che venga collocato in un reparto di psichiatria.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
