Rigettato il ricorso di imprenditrice: beni restano sequestrati

Il Tribunale del Riesame di Agrigento ha rigettato il ricorso, presentato dai legali dell’imprenditrice favarese, Maria Barba, detta Giusy, 40 anni, attiva nel settore dell’assistenza agli anziani e disabili, ex moglie di Salvatore Lupo, ucciso il giorno di ferragosto dell’anno scorso all’interno di un bar, con il quale chiedevano l’annullamento del sequestro di beni per 750.000 euro disposto dal Gip, su richiesta del procuratore della Repubblica facente funzioni di Agrigento, Salvatore Vella e del sostituto procuratore Gloria Andreoli, ed eseguito dalla Dia.

La donna è indagata per i reati di appropriazione indebita ed auto riciclaggio. I sigilli sono stati apposti a dieci immobili, e due rapporti di conto corrente bancario. Il Tribunale ha condannato la Barba, inoltre, al pagamento delle spese processuali.

“L’attività di indagine economico-finanziaria degli investigatori della Dia – scriveva la Procura della Repubblica – attraverso l’analisi di scritture contabili, libri sociali, movimentazione di rapporti finanziari, nonché copioso altro materiale documentale, ha permesso, sostanzialmente, di ricostruire il modus operandi adottato dai soggetti coinvolti accertando come siano riusciti nel tempo a reimpiegare il denaro provento dell’attività illecita scaturita dalla gestione di una società cooperativa Onlus”.