Ricordando l’omicidio del giudice canicattinese Rosario Livatino, ucciso 35 anni fa dalla mafia, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lo ricorda come “autentico testimone dei valori della Repubblica”, che “ha speso la propria vita per affermare i principi dello Stato di diritto contro la cultura della violenza e della sopraffazione. Fare memoria del suo esempio significa rinnovare l’impegno a cui tutti siamo chiamati per affermare istituzioni a servizio della dignità della persona, contro ogni forma di criminalità e soperchieria”.
A Mattarella fa eco la premier Meloni, ricordare “il sacrificio di chi ha messo legalità e giustizia davanti alla propria vita è non solo dovere, ma modo per onorarne memoria e andare avanti. Un uomo di profonda fede cattolica, beatificato nel 2021, a dimostrazione della sua importante opera. Oggi, nell’anniversario della sua uccisione, voglio ricordare il suo sacrificio e la sua azione compiuta senza piegare mai la testa, affinché la nostra generazione e quella futura non dimentichino e possano proseguire nel cammino di lotta contro ogni forma di mafia”.
“La gloria di Livatino non è solo quella di aver dato la vita per lo Stato ma di aver perdonato i suoi assassini. Questo fa la differenza tra l’eroe e il santo. Ci inchiniamo riverenti alla sua memoria, consapevoli che la sua condotta è un esempio che sarà difficile emulare”, ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio.
“A 35 anni dal suo assassinio, onoriamo la memoria del beato Rosario Livatino, ucciso per mano mafiosa. Animato dai valori cattolici e da una fede profonda, ha sacrificato la propria vita per la lotta alla criminalità e per il bene comune. Il suo impegno rimane un esempio per tutti e un riferimento saldo per le nuove generazioni”, ha affermato il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.
“Sono trascorsi 35 anni dal vile agguato in cui fu ucciso Rosario Livatino. Magistrato integro, visse la giustizia come missione e servizio, guidato da una fede autentica. Il suo ricordo non è solo memoria, ma richiamo costante all’impegno contro ogni forma di mafia’”, le parole, postate sui social, del presidente del Senato, Ignazio La Russa.
“Trentacinque anni fa la mano violenta della mafia spezzava la vita di Rosario Livatino, giovane magistrato che aveva scelto di servire lo Stato con rigore, sobrietà e coraggio. La sua breve ma intensa esperienza professionale testimonia la dedizione di un uomo che, pur nella sua giovane età, seppe incarnare i valori più alti della giustizia: la ricerca della verità, il rispetto della dignità di ogni persona, l’impegno instancabile contro ogni forma di illegalità”, scrive in un post Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare Antimafia.
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