È, probabilmente, il ritorno più atteso sulla scena culturale agrigentina. Riaprirà al culto il 22 febbraio – dopo 2.987 giorni dalla chiusura – la Cattedrale di San Gerlando. I lavori di messa in sicurezza, con la collocazione di 17 catene, sono stati ultimati.
La mamma delle chiese agrigentine riaprirà le proprie porte al pubblico con un calendario ricco di appuntamenti.
Venerdì 22, la riapertura al culto la cattedrale. Si terrà la santa messa con pontificale del cardinale Montenegro.
Proprio quest’ultimo non ha mai abbandonato la speranza della riapertura. Quando si paventava lo scivolamento del costone, ha deciso per primo, nonostante la nomina a cardinale, di rimanere a vivere nello storico palazzo di Via Duomo. Si era ipotizzato di trasferire i locali altrove e perfino di costruire una nuova cattedrale. Don Franco ha creduto che la “mamma” potesse guarire. In tanti, per fortuna, ci hanno creduto. Sono stati organizzati convegni, incontri, persino marce.
I lavori di messa in sicurezza sono finalmente partiti. Lo scrigno culturale e simbolo della città, è rimasto chiuso negli ultimi tempi per improcrastinabili lavori strutturali. Il 22 febbraio prossimo accoglierà l’evento celebrativo del Santo Patrono.
Si tratta di uno dei momenti più significativi di questa città. Non a caso la chiusura della Cattedrale era concisa con un momento di grande decadenza per Agrigento. Il senso di sfiducia, di impotenza, ha contagiato tutti. Per fortuna non la Chiesa Agrigentina che ha sperato e atteso in questo momento senza mai abbandonare la speranza più di tutti e tutto. Ha superato le diffidenze, le paure, gli scogli burocratici, lo scetticismo della gente.
Ha dimostrato a tutti che con caparbietà ed impegno le cose possono cambiare. Certo, rimane aperta la questione legata alla via di fuga. Ci sono ancora da fare i lavori sul costone.
Si tratta di uno dei progetti compresi nel recupero della cattedrale. Ma le due cose, colle e monumento, hanno da sempre camminato separatamente.
La speranza che anche sul costone si possa presto intervenire, deve rimanere viva in ciascuno agrigentino. La voglia che questa città possa rinascere e che tante altre porte possano presto essere riaperte, deve essere l’ambizione di ogni agrigentino. La stampa deve contribuire a diffondere un messaggio positivo, perché Agrigento ha bisogno di credere più in se stessa e nella buona politica.