“Chistu diventa Papa”: il sogno (quasi) profetico su Don Baldo Reina
In molti ci ridevano su, eppure Andrea Cirino, nel suo libro “Quasi Papa”, è stato quasi profetico. Quelle che sembravano soltanto suggestioni letterarie oggi sfiorano la realtà. Don Baldo Reina, 55 anni da compiere, è tra i cardinali che partecipano al Conclave chiamato a eleggere il successore di Papa Francesco. Non è tra i nomi più gettonati, anche per via della giovane età rispetto agli standard, ma c’è. E dalla Cappella Sistina potrebbe arrivare più di una sorpresa.
Del resto, in tanti che lo hanno conosciuto e ascoltato in questi anni, lo hanno detto senza esitazioni: “Chistu diventa Papa”. Ma nessuno, nemmeno i più ottimisti, si aspettavano di vederlo già adesso tra i protagonisti della scena mondiale della Chiesa.
Nel cuore delle decisioni che segneranno il futuro del cattolicesimo, c’è anche un’anima profondamente agrigentina. Monsignor Baldo Reina, nato nel 1971 a San Giovanni Gemini, già vicario della diocesi di Roma e punto di riferimento del clero siciliano, porta con sé il volto di una Chiesa che ascolta, che consola, che cammina accanto agli ultimi.
Reina ha sempre avuto lo sguardo rivolto alle periferie esistenziali, interpretando con lucidità e fermezza il messaggio di Francesco. Ha fatto sua l’immagine dell’“ospedale da campo”, occupandosi dei migranti, dei senza tetto, dei giovani smarriti. Non a caso viene chiamato “profeta di pace”, capace di porre accoglienza e dignità al centro della sua missione.
Ma la Sicilia e Agrigento in particolare, in Conclave parla con più di una voce. Accanto a lui c’è anche Francesco Montenegro, il messinese che da arcivescovo di Agrigento accolse Papa Francesco nella storica visita a Lampedusa nel 2013. Un momento che segnò l’inizio del pontificato e diede alla questione migratoria un valore spirituale e politico. “La sua elezione fu una meraviglia che è diventata concretezza”, ha detto Montenegro. E da allora il suo impegno non si è mai fermato.
Sul Conclave, intanto, pesa anche la variabile Angelo Becciu, che dopo essere stato privato delle prerogative cardinalizie, ha annunciato la sua intenzione di partecipare ugualmente alle votazioni. Un ritorno che agita le acque tra spinte globali e tensioni interne. Se da una parte emergono i nomi dei “papabili” italiani come Zuppi, Parolin e Pizzaballa, dall’altra si rafforza la corsa verso figure africane e asiatiche, mentre cresce la stella dell’americano Timothy Dolan.
In questo scenario, la presenza di Reina ha un peso silenzioso ma forte. Con il suo stile discreto e deciso, rappresenta una testimonianza siciliana autentica, che parla di radici, ma anche di visione. Di una Chiesa che ha bisogno di pastori con l’odore delle pecore, pronti a farsi fratelli tra i fratelli. E chissà che dal sogno alla realtà non basti davvero un soffio di Spirito. Leggi anche:

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