Il pubblico ministero Chiara Bisso, al termine della sua requisitoria, ha chiesto la condanna dei tre imputati, ritenuti gli autori del maxi colpo da oltre 50mila euro, perpetrato nel febbraio del 2020, alla banca “Popolare Sant’Angelo”, di via Porta Agrigento, nel centro di Raffadali. In due erano penetrati all’interno, con volto coperto da sciarpe, e apparentemente non armati. I carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, nelle ore successive al “colpo” hanno bloccato e arrestato tre soggetti.
A processo, con il rito abbreviato, sono finiti Raffaele Salvatore Fragapane, 44 anni, di Santa Elisabetta, cugino di Francesco Fragapane, entrambi coinvolti nell’inchiesta antimafia “Montagna”, e imparentato con il boss ergastolano Totò Fragapane. In manette anche due palermitani in “trasferta”: Umberto D’Arpa, 54 anni, e Martino Merino, 27 anni. Il 44enne sabettese è ritenuto il basista della “banda”, e durante la rapina, sarebbe rimasto all’esterno dell’istituto di credito, a bordo di un fuoristrada, usato per la fuga, e a fare da “palo”.
Chiesti 4 anni e 6 mesi di reclusione per Fragapane, e per il palermitano D’Arpa; 4 anni per Merino. Si torna in aula il 31 marzo prossimo, con le arringhe dei difensori, gli avvocati Ninni Giardina, Giuseppe Barba e Umberto Seminara, poi il Gup del Tribunale di Agrigento, Alessandra Vella emetterà la sentenza.
Fragapane, all’epoca del fatto era libero nonostante una condanna a 10 anni e 8 mesi di reclusione, rimediata al processo, scaturito dal blitz antimafia “Montagna”.