“Faccio il tassista per vivere, ho effettuato due trasferte, per accompagnare due donne sudamericane, che mi avevano chiesto di essere portate a Caltagirone, in un indirizzo a me sconosciuto. Dopo che mi hanno pagato il viaggio sono andato via”. Ha respinto le accuse, Salvatore Di Caro, il quarantanovenne di Favara, raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta denominata “Sex indoor”, effettuata dai poliziotti del Commissariato di Caltagirone, e dalle Squadre Mobili di Agrigento e Catania, che ha portato anche alla chiusura di 4 case di appuntamento, in cui si esercitava la prostituzione, e bloccato un “giro d’affari” illegale stimato dagli investigatori in circa 130 mila euro l’anno.
Il favarese, durante l’interrogatorio, ha provato a chiarire la sua posizione, ribadendo la sua estraneità alla contestata organizzazione, dedita allo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. Il legale difensore dell’indagato, l’avvocato Monica Malogioglio, ha ribadito che Di Caro ha effettuato quei viaggi senza sapere, e conoscere nulla della presunta organizzazione, e dei presunti promotori, ed ha chiesto la revoca degli arresti domiciliari. Il Gip del Tribunale di Caltagirone, preso atto della richiesta dell’avvocato Malogioglio, deciderà nelle prossime ore.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp