Si è tenuta l’udienza di conferimento dell’incarico al perito che deve trascrivere le intercettazioni telefoniche relative al processo, in corso di svolgimento innanzi al Tribunale di Agrigento, per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di donne di nazionalità cinese, nonché di favoreggiamento della permanenza di queste ultime in stato di clandestinità sul territorio nazionale. La presunta associazione si sarebbe costituita nel comune di Licata per diramarsi in diverse località del territorio nazionale a partire dall’ ottobre 2013 e sarebbe stata oggetto di indagini eseguite mediante attività di ascolto e intercettazione di utenze telefoniche di un uomo originario di Licata che avrebbe fatto rientro in paese, secondo l’accusa mossa suo carico, per avviare l’attività di prostituzione.
Alcuni imputati, tra cui un licatese, avrebbero assunto il ruolo di promotori, organizzatori e direttori dei singoli associati, mentre altri imputati avrebbero, secondo l’accusa, partecipato all’associazione, in particolare, avendo, dietro illecito compenso di natura economica, procurato e messo a disposizione delle prostitute, per l’esercizio del meretricio, una serie di appartamenti, presi in locazione sia nel comune di Licata e successivamente in Mariano Comense e in altre città di Italia. In particolare, i carabinieri di Mariano Comense, su richiesta del Nucleo Operativo del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia dei Carabinieri di Licata che conducevano le indagini a Licata e seguivano gli spostamenti delle prostitute e degli imputati, effettuavano un controllo presso un appartamento a Mariano Comense.
All’ interno dell’appartamento si constatava la presenza di donne di origine asiatica e da una perquisizione si rinvenivano diversi prodotti, i quali facevano chiaramente desumere che all’interno veniva svolta, secondo l’accusa, attività di prostituzione. A seguito della suddetta attività di controllo si rintracciava la proprietaria dell’ appartamento, la quale veniva condotta in caserma per rendere informazioni mentre delle straniere si perdeva ogni traccia, come desunto dall’ ascolto delle intercettazioni telefoniche. E dalle conversazioni che la proprietaria dell’abitazione intratteneva nel tentativo di ottenere l’immediato rilascio dell’appartamento e la consegna delle chiavi da parte di chi aveva richiesto la locazione, tuttavia, delle donne straniere, frattanto, nessuna traccia.
Nel collegio difensivo gli avvocati Monica Malogioglio, Anna Cacciatore, Riso Giuseppe, Ottavia Palumbo, Massimiliano D’Oca e Alessandra Cucchiara.