Un luogotenente dei carabinieri ha raccontato in aula le indagini sull’operazione “Dolce vita”, su un giro di prostituzione. Un’intercettazione casuale fra uno degli imputati e l’utenza dell’allora locale “Velvet”, fece sospettare che ci potesse essere un giro di squillo anche al locale “Dolce vita”, nella zona industriale di Agrigento. Le ragazze, una volta arrivate in città, venivano fatte prostituire nel night, dove sarebbero stati allestiti dei camerini, per gli incontri con i clienti.
“Le telecamere che abbiamo piazzato all’interno dei privèe hanno documentato che le ragazze si intrattenevano con i clienti e compivano atti sessuali. Non c’erano rapporti completi, solo sfregamenti e palpeggiamenti”, ha detto il luogotenente dell’Arma. Il processo è in corso di svolgimenti davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara.
Sul banco degli imputati siedono quattro imputati: Mario Ciulla, 37 anni, di Agrigento; Vito Destro, 55 anni, di Favara; Andrea Amato, 51 anni, di Porto Empedocle e Antonio Caramazza, 46 anni, di Favara, accusati a vario titolo di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed esercizio della prostituzione. Si torna in aula il 17 novembre per sentire gli altri testi della lista del pubblico ministero Elenia Manno.