Contestata anche l’aggravante della premeditazione ad Antonio De Pace, 28 anni, l’infermiere calabrese che ha assassinato la 27enne fidanzata di Favara, Lorena Quaranta, studentessa universitaria in Medicina e prossima alla laurea, il 31 marzo del 2020. La Procura di Messina ha chiesto il rinvio a giudizio del responsabile. L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 2 dicembre. I familiari della giovane vittima favarese sono assistiti dall’avvocato Giuseppe Barba.
Dall’inchiesta sono emerse le chat, inviate ai familiari, in cui De Pace manifestava l’intenzione di trasferire ai nipoti i risparmi depositarti nel conto corrente, segno, secondo l’accusa, che aveva pianificato il delitto ed era certo delle conseguenze che ne sarebbero derivate.
L’omicidio è avvenuto in un’abitazione di Furci Siculo, in provincia di Messina, dove i due ragazzi vivevano insieme. De Pace, dopo aver strangolato la ragazza, con cui aveva avuto una violenta lite, ha chiamato i carabinieri e confessato l’omicidio. Avrebbe anche tentato il suicidio tagliandosi le vene riuscendo a procurarsi solo ferite superficiali.
Dopo aver colpito la ragazza alla fronte con un oggetto, De Pace l’ha immobilizzata, poi l’ha soffocata. Oltre a quella della premeditazione, la Procura contesta al ragazzo le aggravanti “di aver commesso il fatto contro persona legata da relazione affettiva, e per motivi abietti e futili”.