Il giudice è incompatibile poiché titolare del procedimento in abbreviato e in precedenza, aveva respinto la richiesta del rito breve condizionato. È quanto sostenuto dalla difesa di Alessandro Mandracchia, 51 anni, netturbino di Agrigento arrestato con l’accusa di essere il custode delle armi del clan mafioso di Villaseta. Il giudice scioglierà la riserva all’udienza del prossimo 10 dicembre. La Dda di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio a suo carico ed è in corso l’udienza preliminare. Durante una perquisizione in un terreno di sua proprietà nei pressi di Fondacazzo i carabinieri trovarono un vero e proprio arsenale: quattro pistole, una granata, una mitragliatrice, una penna-pistola monocolpo, due caricatori per mitragliatrice e munizioni di vari calibri.
Nel frattempo il giudice per l’udienza preliminare di Palermo, Lorenzo Chiaramonte, ha rigettato la richiesta di scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare per 26 presunti appartenenti ai clan mafiosi di Villaseta e Porto Empedocle sotto processo con il rito abbreviato, mentre altri 25 sono già stati rinviati a giudizio. La requisitoria del pubblico ministero, per i ventisei imputati all’abbreviato è fissata per il 17 dicembre. L’inchiesta, ha ricostruito una fitta rete di estorsioni, traffici di droga e danneggiamenti, con al vertice Fabrizio Messina e Pietro Capraro, ritenuti i capi dei rispettivi gruppi criminali di Porto Empedocle e Villaseta.
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