
-di Diego Acquisto
La preoccupazione dei vescovi siciliani per la politica sanitaria nell’isola è stata espressa nel comunicato ufficiale a conclusione dei lavori della loro Conferenza che li ha visti tutti riuniti nei giorni scorsi dall’11 al 13 settembre, a Caltagirone.
Dopo avere dato indicazioni per la formazione permanente del Clero e prestato attenzione ai problemi dei giovani, con un pensiero particolare a quanti, in questi giorni, “si avviano a vivere una nuova tappa dell’avventura educativa” nelle scuole, forti riserve hanno voluto manifestare per il depotenziamento in atto delle strutture sanitarie siciliane, con grave pregiudizio per la salute dei cittadini. Non solo ! hanno esplicitamente parlato della “ paventata chiusura di alcuni presidi ospedalieri”, che desta “apprensione e preoccupazione”, soprattutto per alcuni criteri con cui pare si voglia procedere . Perciò i Vescovi “auspicano che i criteri di riorganizzazione della sanità siano ispirati alla dignità della persona umana, salvaguardando le zone disagiate e periferiche della nostra regione”.
Un appello quello dei Vescovi siciliani in perfetta sintonia con l’allarme lanciato non molto tempo fa dal card. Bagnasco, presidente della CEI, con parole che sembravano fotografare il dramma che, già allora, si stava incominciando a vivere in Sicilia e nella nostra provincia in particolare, dove tanti ammalati delle fasce sociali più deboli, venivano già privati delle necessarie cure a causa dei tagli indiscriminati, operati dal Governo della Regione.
Parlando della necessità di ripensare il welfare, in rapporto alla nuova e mutata situazione socio-economica, il Card. Bagnasco, allora, ha usato parole forti “da una parte per condannare gli imbrogli, i maneggi, le astuzie che si consumano in un settore ad altissima vocazione altruistica”, dall’altra per prendere le distanze “da logiche irrazionalmente pretenziose e talora esclusivamente campanilistiche … la politica dei tagli – concludeva Bagnasco – sia compensata e guidata dal criterio che al centro vi sia sempre la persona del paziente: quale che sia la sua età e condizione, …non ci devono essere privilegi, ma neppure visioni ristrette o punitive”.
Parole pesanti ed impegnative queste del card. Bagnasco, adesso riprese dai Vescovi siciliani, perché sicuramente la sanità, specie in Sicilia, è forse la frontiera più delicata e sensibile del rapporto tra Stato, Regione e siciliani.
16-09-2016
Diego Acquisto