Tutto pronto, questa sera, a Grotte, per la cerimonia di premiazione della trentaduesima edizione del Premio Letterario “Racalmare Leonardo Sciascia”. Tre , sono gli scrittori finalisti in concorso con le loro ultime produzioni, ma a decretare il vincitore saranno la giuria tecnica e la giuria popolare: il tutto, nel segno della circolarità fra l’opera e il suo pubblico, di cui parlava Sciascia proprio a proposito del “Racalmare”.
La terna è formata da Ugo Cornia con “La vita in ordine alfabetico” (La Nave di Teseo), Andrea Vitali con “Sono mancato all’affetto dei miei cari” (Einaudi), Antonio Manzini con “Le ossa parlano” (Sellerio). Le opere finaliste sono state individuate dalla giuria guidata dal presidente Salvatore Ferlita a quarant’anni dall’istituzione del Premio Racalmare (1980) dal nome di una contrada del comune agrigentino.
“Quest’anno – spiega Ferlita, che presiede il Premio dal 2018 – i tre libri scelti sono in qualche modo accomunati dalla leggerezza del tocco, da una scrittura piana, invitante e anche divertente, nel senso etimologico però, cioè “che sposta”, ossia che fa guardare da un’altra parte, da una specola imprevista, da un punto di vista ignorato. Cornia, col suo passo sornione e divagatorio, cuce insieme storielle ed epopee spicciole di provincia, in un’opera composta di piccole vicende che si trasformano in racconto (alle sue spalle c’è la grande tradizione della novellistica italiana). Vitali dà forma a una commedia agrodolce e urticante, ambientata in un piccolo paese di provincia, filtrando ogni cosa attraverso il punto di vista esasperato del protagonista. Manzini rimette mano al suo Rocco Schiavone, che questa volta deve fare i conti non solo con un caso terribile, a dir poco angosciante, ma anche con la vecchiaia incipiente, con le inasprite idiosincrasie e, come se tutto ciò non bastasse, con la sua squadra, irresistibile e un tantino sgangherata, sullo sfondo di un aprile crudele e umido”. Il nome del vincitore lo conosceremo questa sera. Nel corso della serata, presentata da Elvira Terranova con letture di Simona Malato, a Gaspare Agnello per “La terrazza della Noce” (Navarra editore) e a Piero Melati per “Paolo Borsellino. Per amore della verità” (Sperling & Kupfer) andranno i premi speciali, assegnati dalla giuria tecnica (composta da Accursia Vitello, Annamaria Apa, Daniela Spalanca, Diego Cutaia, Francesco Pillitteri, Giovanna Zaffuto, Giorgia Calì, Linda Criminisi, Fausto De Michele, Alessandro Cutrona, Giuseppe Airò). Lo scrittore Melati ha però fatto sapere che non ritirerà il premio per solidarietà con Giovanni Paparcuri (cui è dedicato, nel volume in questione, un intero capitolo).
“Non ritiro il premio – ha spiegato Melati in una nota – per solidarietà piena e convinta a Giovanni Paparcuri, uno dei protagonisti principali del libro che qui avete insignito. Si tratta di un piccolo gesto, ma che faccio lucidamente, dopo tormentata riflessione e pur se gravato dal peso di farvi una scortesia. Ma lo sento come un obbligo e un dovere. A futura memoria, se la memoria avrà ancora un futuro”.
LORENZO ROSSO
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