Porto Empedocle in pieno caos finanziario, dipendenti senza stipendio e rifiuti ancora in strada

La sola discarica di Siculiana vanta un credito di 429 mila euro.

Di Calogero Conigliaro

Il Comune di Porto Empedocle è in pieno caos finanziario a causa delle casse vuote che non permettono di pagare da ben tre mesi, gli stipendi dei dipendenti, un acconto di una mensilità è stato erogato solo di recente.

La nuova amministrazione Carmina ha ereditato una situazione anche peggiore con le ditte che si occupano della raccolta dei rifiuti, con netturbini senza stipendi da tempo, nonostante alcune fatture siano state  pagate subito dopo le elezioni.

Le condizioni igienico sanitarie sono ormai proibitive dopo lo sciopero abusivo dei netturbini che è rientrato solo ieri.

La situazione è dunque disastrosa, mentre i revisori dei conti hanno già consegnato una relazione sulle cause del dissesto finanziario che sarà il 12 ottobre prossimo analizzato e forse votato dal Consiglio comunale.

A peggiorare le cose c’è il fatto che in questo momento il Comune non ha un proprio Dirigente Finanziario e che la Corte dei Conti ha vietato nuove assunzioni, mentre il Segretario Comunale Antonio Tumminello non è stato riconfermato. Soltanto a giorni dovrebbe giungere il sostituto che troverà una situazione semplicemente esplosiva.

Dalla relazione dei Revisori dei Conti si evince che  i debiti dell’ente verso i fornitori sono per ben 5 milioni e 556 mila euro, di questi ben un milione e 462 mila sono per fatture non pagate di illuminazione pubblica a Enel Sole, mentre le tre società che si occupano della raccolta dei rifiuti avanzano cifre anch’esse cospicue.

La sola discarica di Siculiana ha un credito di 429 mila euro.

Altro grave conto riguarda i contenziosi che assommano alla cifra record di 6 milioni e seicentomila euro. L’ente è di fatto in una grave crisi strutturale di liquidità che in passato ha fatto sì che venisse impiegata l’intera anticipazione di tesoreria. Inoltre la mancata bollettazione della Tari, per l’anno 2014 è avvenuta solo l’anno successivo, col risultato che per tale ragione si è dovuto anticipare il costo del servizio per ben 4 milioni e mezzo di euro. Si è giunti leggendo la stessa relazione dei revisori a pagina 9: “all’utilizzo di fondi con destinazione vincolata senza la preventiva autorizzazione da parte della Giunta Municipale, per un importo di 2 milioni e 254 mila euro a fine anno 2014.

A queste cifre vanno poi aggiunte l’utilizzo, in difformità alle previsioni normative delle due anticipazioni ottenute dalla Cassa depositi e prestiti di 2 milioni e 427 mila euro

circa  del D.L. 102/2013 e 1 milione e 450 mila euro circa D.L. 66/2014 per spese correnti ed ordinare, al posto di pagamento di debiti certi, liquidi ed esigibili alle date di fine 2012 e fine 2013. Cosa che ha poi ulteriormente aggravato la situazione di cassa”.

Per tale ragione, – si legge nella relazione – i Revisori dei Conti lo scorso 18 novembre, hanno provveduto ad inviare alla Procura della Corte dei Conti, un esposto denuncia al fine dell’eventuale accertamento di responsabilità amministrative.

Un’anticipazione – si legge ancora – che secondo l’allora dirigente finanziario Salvatore Alesci, è stata resa necessaria perché inevitabile, al fine di evitare gravi disagi igienico sanitari e subito dopo reintegrata senza aggravio per i fornitori.

Si è quindi ormai soltanto in attesa dell’approvazione del rendiconto 2015, in assenza del quale non giungeranno i tanto agognati trasferimenti dello Stato, indispensabili per

andare avanti, mentre la battaglia sul dissesto finanziario anima già da tempo, forze politiche e consiglieri comunali che vorrebbero opporsi alla misura.

Calogero Conigliaro