Piove a dirotto ma le dighe restano vuote. Ed è ancora emergenza idrica in provincia di Agrigento.
In alcuni comuni (come ad esempio Favara o Canicattì, ma i disagi si sono registrati anche nel capoluogo) i turni continuano ad essere rinviati di giorno in giorno, arrivando in alcuni casi anche a due settimane. Una situazione che è destinata a peggiorare, se non si interverrà in modo straordinario.
Cosa accade lo spiega in una nota firmata dal direttore generale dell’Aica, Fiorella Scalia, e indirizzata alla Regione Siciliana nella quale si evidenzia come l’autorità di bacino aveva tracciato – rispetto alla quantità di acqua presente nelle dighe Leone e Fanaco che servono la provincia di Agrigento.
“Una situazione di enorme gravità idrica. Ad oggi – continua Scalia – si è dovuta operare una consistente riduzione delle portate immesse nelle reti di distribuzione di numerosi comuni già penalizzati dallo stato fatiscente delle reti di adduzione e distribuzione”.
E quindi che fare? L’unica cosa possibile per Aica: investire in manutenzione delle infrastrutture idriche che, ammette Scalia, “versano oggi in uno stato disastroso”. Lavori che però la consortile non può permettersi da un punto di vista economico, stante che la stima oggi avanzata va dagli ottocentomila euro al milione di euro.
“Al momento – scrive ancora Scalia -, una tale somma non è nella disponibilità di Aica, le cui uniche entrate sono state finora quelle afferenti alle bollettazioni già emesse per il mese di agosto e settembre e che ha scelto di limitarsi a fatturare i periodi di fornitura già conclusi, per evitare di sovraccaricare l’utenza con anticipi e una tantum”.
Per questo Aica chiede alla Regione “un intervento urgente e straordinario” e in particolare “la disponibilità di risorse finanziarie a fondo perduto. In alternativa si chiede alla Regione la disponibilità a proporsi come stazione appaltante per eseguire in urgenza l’intervento richiesto, anche con procedure di protezione civile. Ciò consentirebbe di recuperare quote significative di risorse idriche e di garantire nei prossimi mesi ai cittadini della Provincia di Agrigento i livelli essenziali di dotazione di un bene primario quale l’acqua potabile”.