“Le cause del cedimento sono da ricondurre a un insufficiente approfondimento dell’interferenza tra la nuova opera e le fondazioni esistenti, in violazione delle regole di diligenza nella predisposizione degli elaborati progettuali”.
È quanto scrive nella sua relazione il consulente Fabio Neri, docente dell’Università di Catania, nominato dal gip Micaela Raimondo per eseguire una perizia sul crollo dell’ex ospedale di via Atenea, l’edificio destinato alla nascente sede universitaria e posto sotto sequestro dal 15 maggio scorso.
Il professionista, nella perizia depositata agli atti, evidenzia “responsabilità tecniche e gestionali nella fase della progettazione e dell’esecuzione dei lavori, in particolare quelli di seppellimento durante gli scavi e di crollo derivante da demolizioni estese”.
Durante l’esecuzione del cantiere, inoltre, il perito del giudice rileva “imperizia da parte dei soggetti coinvolti nella conduzione tecnica dei lavori”, individuando ulteriori responsabilità anche nell’impresa esecutrice per “non aver segnalato criticità tecniche o operative, né sospeso i lavori in presenza di situazioni di rischio”.
La relazione conclude escludendo responsabilità nel crollo della parete per il responsabile del procedimento e dei lavori, per il rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri, per i legali rappresentanti delle imprese coinvolte e per gli operai.
Il prossimo 19 dicembre il documento sarà discusso dalle parti a conclusione dell’incidente probatorio.
Sono nove gli indagati: contestati, in concorso, i reati di crollo di costruzioni o altri disastri dolosi e delitti colposi di danno.
La pista privilegiata sul crollo è dunque quella dell’errore “umano”, riconducibile soprattutto allo sbancamento effettuato per la collocazione di alcune vasche idriche. Le persone offese individuate sono cinque, tutte residenti o proprietari di immobili tra via Salita Madonna degli Angeli e vicolo Ospedale dei Cavalieri di Malta.
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