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Home » L’angolo di don Diego » L’attuale situazione politica in Italia e il ruolo della destra meloniana: un’analisi del contesto attuale.

L’attuale situazione politica in Italia e il ruolo della destra meloniana: un’analisi del contesto attuale.

Valentina Alaimo Di Diego Acquisto
12 Agosto 2023
in L’angolo di don Diego
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Si dice che l’attuale destra al Governo con Giorgia Meloni, si avvantaggia del vuoto politico dell’attuale  situazione, in cui c’è una sinistra che dopo dieci anni di governo, è stata abbandonata dai suoi elettori.

Elettori di sinistra nauseati  che,  in gran parte,  nelle elezioni politiche dello scorso 25 settembre 2022 non sono andati votare. Una sinistra che di fatto, ancora sembra sbandata e  non riesce a proporre ed a proporsi, con una politica di valore,  su idee unificanti davvero significative.

Nell’attuale scenario, c’è chi scrive che “il Governo Meloni è il migliore Governo democristiano di un’epoca post-democristiana e post-berlusconista”.  Non comprendiamo bene se questo sia  un complimento oppure  no!

Forse davvero  no ! perché certamente, in questo momento,  le scelte, che questa destra meloniana sta facendo,  davvero non sono indovinate,  reintroducendo, per esempio,  il vitalizio ai parlamentari ed abolendo contemporaneamente, precipitosamente, senza le dovute precauzioni ed i necessari e saggi passaggi, il reddito di cittadinanza. Una  grande, inutile e dannosa  fretta questa,  specie  in questo che è uno dei momenti più difficili,  sia livello economico che sociale, che  l’Italia sta vivendo.

Quello che ci  viene comunque da pensare è davvero che nel passato che abbiamo vissuto in Italia, in questi oltre sette decenni  di vita democratico-repubblicana, dopo la caduta del fascismo,  sembrava a tutti chiaro che la DC governava il Centro e quindi rappresentava l’elettorato moderato,… i partiti di Sinistra, Comunisti e Socialisti l’elettorato proletario, soprattutto delle periferie, ma non solo, mentre la destra era davvero ai margini.

Oggi abbonda la confusione ! e comunque non si capisce bene la situazione. Sembra che ci sia  in corso un desiderio di centro che conduce a rivalutare il popolarismo di stampo sturziano.

Popolarismo da non confondere mai con populismo, che è una cosa ben diversa, da cui sempre il fondatore del Popolarismo, il grande don Luigi Sturzo (1871-1959) in maniera chiara e senza equivoci di sorta, ha preso sempre le distanze.

Anzi, popolarismo proprio in alternativa al populismo. Una differenza di sostanza, tra popolarismo e  populismo,  assai profonda, non solo dal punto di vista teorico-astratto, ma anche per i modi diversi nei quali è parso possibile raffigurare il ruolo del popolo nei diversi sistemi politici.

La nostra Costituzione è fondata sul popolarismo sturziano, così  come inteso da don Sturzo, quando subito, proprio all’inizio  afferma che “la sovranità appartiene al popolo…che la esercita nei modi e nelle forma stabilita dalla Costituzione”.

Sappiamo bene dalla storia come il populismo abbia prodotto feroci dittature,  nella Russia sovietica e poi, soprattutto in America Latina, ma non solo.

Oggi, parlando di popolarismo bisogna riferirsi alla  lunga esperienza politica  nata in Italia  con l’appello del gennaio 1919 “Ai liberi e forti…”;  popolarismo  riemerso, direi provvidenzialmente , subito dopo la caduta del fascismo con la Democrazia Cristiana, della quale conosciamo la fine e la  storia…riemergendo però ancora a metà degli anni Novanta dello scorso secolo, durante la crisi dei Partiti della prima Repubblica, con la contrastata esperienza del Partito Popolare di Mino Martinazzoli ed altri; un   popolarismo comunque sempre profondamente ispirato direttamente allo spirito di don Sturzo.

Da ricordare adesso anche   l’esperienza del popolarismo europeo, con l’aggregazione di partiti cattolici europei, a partire dalla CDU tedesca  per confluire nel  Partito Popolare Europeo (PPE) .

Ricordiamo infine  il recente appello di Papa Francesco a “ri-animare l’Europa con una visione politica alta”;  un invito   all’unità sulle “questioni in cui sono in gioco valori etici primari e punti importanti della dottrina sociale cristiana”.

Un invito chiaro che Papa Francesco ha rivolto, anzitutto e  direttamente  ai membri del gruppo del Partito Popolare europeo,  che dal 1999 è  il primo partito nel Parlamento di Strasburgo, raggruppando 84 partiti membri, provenienti da 43 Paesi, di cui 27  membri dell’UE.

 Un invito all’unità, che, per esempio in Italia,  dovrebbe portare  tutti, con spirito autenticamente popolare e non populista, specie in questo momento, tra le altre cose ed i diversi problemi,  ad affrontare la disastrosa  situazione in cui versa la sanità pubblica, che colpisce anzitutto le fasce più deboli, già tanto, tanto provate.

Basta con il battibecco quotidiano, tra le varie forze politiche. Si richiede un impegno serio e concreto da parte di tutti.

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