La Procura di Agrigento ferma tre persone nell’indagine sulla sparatoria che ha causato la morte di Roberto Di Falco
La Procura di Agrigento ha emesso un provvedimento di fermo nei confronti di tre persone, accusate di omicidio mediante errore. Secondo gli investigatori, i tre indagati avrebbero pianificato di uccidere il concessionario di auto del Villaggio Mosè, ma durante l’esecuzione del reato, per un tragico errore, è stata uccisa un’altra persona: Roberto Di Falco, 38 anni, di Palma di Montechiaro. Di Falco si trovava nel piazzale della concessionaria in compagnia dei tre aggressori.
L’aggressione è avvenuta nel quartiere commerciale di Villaggio Mosè, davanti alla rivendita di automobili “AutoXpassione” gestita dall’agrigentino Lillo Zambuto. Durante una colluttazione, è partito un colpo di pistola che ha colpito all’addome il 38enne. Le dichiarazioni raccolte dalla polizia sono contrastanti, ma sembra che alla base dell’aggressione ci sia il pagamento di un’autovettura con assegni non esigibili, durante una normale compravendita.
L’attività investigativa è ancora in corso, e la Procura sta valutando il pericolo di fuga e la possibilità di reiterazione del reato da parte dei tre indagati, che sono stati rinchiusi nella casa circondariale Pasquale Di Lorenzo
La sparatoria avvenuta nel quartiere commerciale di Villaggio Mosè, ad Agrigento, ha portato alla morte del 38enne Roberto Di Falco. L’uomo è stato ferito da un colpo d’arma da fuoco all’addome durante una colluttazione seguita a una discussione riguardante la compravendita di un’auto presso una concessionaria. Purtroppo, nonostante i soccorsi, è deceduto poco dopo il ricovero all’ospedale San Giovanni di Dio. La pistola utilizzata nel tragico evento non è ancora stata trovata. Questo episodio ha scosso la comunità e sollevato interrogativi sulla dinamica e sulle responsabilità coinvolte.
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