L’imputato, detenuto in carcere, sta male, e slitta la prima udienza del processo a carico del favarese Giuseppe Barba, 66 anni, accusato dell’omicidio del genero, l’ex presidente del Consiglio comunale di Favara, e gestore di alcune comunità per disabili, Salvatore Lupo, 45 anni, ucciso nel pomeriggio di Ferragosto, dell’anno scorso, all’interno di un bar a colpi di pistola. La Corte di Assise del Tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, ha rinviato al 3 giugno. Il dibattimento doveva iniziare ieri, in seguito alla decisione di disporre il giudizio immediato saltando l’udienza preliminare.
Secondo gli inquirenti, e i carabinieri della Compagnia di Agrigento, e della Tenenza di Favara, coordinati dall”ex procuratore Luigi Patronaggio, trasferito nei giorni scorsi, dai pubblici ministeri Paola Vetro e Chiara Bisso e dal maggiore Marco La Rovere, Barba avrebbe ucciso l’ex genero per motivi economici e per i dissidi scaturiti dopo la separazione con la moglie. La Procura di Agrigento contesta le aggravanti dei futili motivi e della premeditazione, e anche il porto in luogo pubblico di un’arma da sparo, e la detenzione illegale della stessa all’interno della propria abitazione.
Le immagini di alcune telecamere di videosorveglianza, hanno immortala la Fiat Panda di Barba, mentre effettua un tragitto nella direzione della via IV Novembre, dove, in un bar, è stato ucciso l’imprenditore favarese. Proprio su quell’auto, grazie all’esame dello Stub, sono state trovate tracce di polvere da sparo.