Novecento sommerso, spirito d’oblio.
La presentazione del libro di Vittorio Sgarbi ad Agrigento
Aleggiava stasera, tra le lucenti pareti dello Spazio Temenos, un mielato sentimento di mistica assenza. Pennellate nette di forte inquietudine e d’attesa incorporea, sospesi, spiritualmente immanenti e vivi gli artisti novecenteschi redivivi nell’esemplare lectio del professore Vittorio Sgarbi (Guarda le FOTO).
Uno dopo l’altro hanno spasmodicamente sfilato, sinuosa altalenante danza, talentosi autori. Cono di luce ad irradiare opere ignote ai più, scivolate, a torto, nel triste dimenticatoio umano. Silenzio spezzato dall’ardore d’uno spirito libero ed erudito. Sgarbi ha incantato l’attento uditorio con una carrellata gonfia di un’arte sommersa e riemersa , esplosione emotiva trasversale al tempo. Lievi come lieve quella patina che ha negli anni offuscato, smarrito i contorni, lasciando intaccata corteccia lucida, linfa messaggera: l’arte mai muore al tempo.
S’accosta leggera, s’assopisce silente, si fa piccina in un angolo oscuro d’un freddo sgabuzzino. Divampa, riemerge e sommerge i cuori urlando appassionata. Vortice d’umano sentire, delle sfaccettature, tra le crepe dell’anima. La maternità di Gaudenzi tra molti occhi si fa carne e sangue, schizza dai colori soffusi d’una tela d’oblio. Potente, mistico amore imperituro. Si diffonde ed effonde grazia e bellezza. Il professore Sgarbi con sapiente fervore da voce a tali opere, d’apparente silenzio vestite. Esse si raccontano, sussurrano d’amore, di speranza, di lussuria, di pace, di nudità del corpo e del cuore.