Come noto, il termine movida nasce in Spagna alla fine degli anni Settanta per indicare la Movida madrileña che esplose spontaneamente nella capitale spagnola al termine del regime dittatoriale di Francisco Franco. Un movimento che celebrava la riacquistata libertà, proprio come in questo ultimo periodo, quando ci siamo affrancati dal periodo di isolamento in cui ci aveva confinati la pandemia.
Questo senso di riacquistata libertà di movimento coincide purtroppo con il ripetersi di fenomeni di movida selvaggia e incontrollata nelle piazze di fronte a bar e ristoranti, a dimostrazione che la voglia di socialità scivola su un crinale che ha poco a vedere con il rispetto delle esigenze di tutti e con le più elementari norme di convivenza civile.
I giovani, completamente dimenticati dalla politica, si incontrano in modo disordinato nei luoghi della movida, creando confusione, dando vita a episodi di violenza gratuita nonché a pericoli di contagio, in presenza di un virus che non ha smesso di circolare.
E’ dunque necessaria un’assunzione di responsabilità collettiva per passare da una “mala” movida ad una “sana” movida.
Il comune di Agrigento sta predisponendo delle misure idonee a prevenire il triste fenomeno garantendo una maggiore presenza della polizia locale e con la istituzione di un posto fisso collocato a San Leone, dove si concentra la maggior parte dei frequentatori delle serate estive.
Un’opportunità e non una minaccia, che l’amministrazione comunale con il supporto delle altre forze dell’ordine deve prendere in considerazione per governare un problema che altrimenti potrebbe degenerare in un clima di carente sicurezza con danni notevoli anche per le attività economiche oltre che per la tranquillità degli utenti.
Non solo repressione dunque, piuttosto serve un lavoro di squadra che veda impegnati tutti gli attori che presidiano le principali istituzioni del territorio e le più delicate infrastrutture sociali. Occorre che ognuno faccia la sua parte per mettere sotto controllo un fenomeno che desta non poche preoccupazioni anche per quanto riguarda il futuro dei nostri giovani. Al meritorio lavoro portato avanti dalle forze dell’ordine si aggiunga l’impegno delle famiglie e di una politica che spesso parla dei giovani ma non riesce a parlare ai giovani.