“I beni appartenuti in vita al Beato Rosario Livatino non possono essere di privati ma devono essere di tutta la comunità”. Lo ha detto mons.Santo Marcianò nel salutare i fedeli intervenuti alla concelebrazione conclusiva del pellegrinaggio di due giorni dell’associazione «Per l’Assistenza Spirituale delle Forze Armate», a Canicattì sui luoghi del giudice Rosario Livatino. Il presule, arcivescovo ed Ordinario Militare per l’Italia, è stato deciso nel suo intervento: “La casa e gli scritti del Beato Livatino (ereditati dalla badante dei genitori del magistrato) devono appartenere a chi in questi anni ha tutelato, divulgato ed approfondito la figura del nostro Rosario Livatino”.
La Casa della Famiglia Livatino ed il suo contenuto sono stati vincolati dalla Regione Siciliana da alcuni anni perché di interesse storico e culturale. L’associazione «Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino» e la Postulazione diocesana hanno chiesto da tempo alla stessa Regione Siciliana e al presidente Musumeci e all’assessore Samonà di acquisire la casa di viale Regina Margherita a Canicattì. Monsignor Marcianò prima di lasciare Canicattì ha fatto visita in privato alla «Cappella Livatino Corbo» dove riposa la salma del Beato assieme ai genitori ed ai nonni paterni e materni.