Michele Rizzo, trasferitosi in Germania ormai molto tempo fa, vive all’estero da 57 anni e lì ha fatto fortuna. Perché?
“Mi sono trasferito lì a 19 anni – dice- per studiare e laurearmi in economia e commercio. Ancora adesso lavoro come consulente enologico per cantine italiane.”
Alcuni dei suoi vini sono apprezzati anche al Vaticano e sono stati bevuti da diversi pontefici; quali?
“A Roma è presente una cooperativa, la Gotto D’Oro, della quale io, da oltre 40 anni, mi occupo personalmente, facendo attenzione alla qualità dei vini che sono poi molto apprezzati a Castel Gandolfo. Ad averli bevuti è stato innanzitutto Papa Giovanni XXIII, poi Ratzinger e anche l’attuale Papa Francesco gusta questi vini ormai da un po’ di tempo.”
Cos’hanno di particolare questi vini?
“Il terreno di Castel Gandolfo, sede estiva dei papi, possiede un microclima che genera l’uva da cui poi ricaviamo il miglior vino che si possa trovare in quella zona.”
Sua moglie è tedesca. E lei, si sente più tedesco o più italiano?
“Mi sento in parte tedesco, ma il mio sangue rimane italiano. Anzi, agrigentino.”
Quanto spesso torna qui, magari in estate o nelle vacanze?
“Torno qui un paio di volte all’anno, anche per diverse settimane, soprattutto d’estate e a settembre, quando c’è più tranquillità e calma, cosa che mia moglie apprezza.”
Ci sono anche cantine siciliane che vengono così tanto apprezzate?
“Ho trattato i vini di Donna Fugata, di Marsala, anche in Germania, assieme alle cantine di Altobellice.”
Per cosa sono apprezzati i vini siciliani?
“Hanno migliorato, negli ultimi 10 anni, la loro qualità. E di questo un intenditore si accorge sicuramente e ciò gioca a loro favore.”
E per quanto riguarda la sua azienda?
“La mia azienda fa sì che io possa commerciare con i vini di tutta Italia, anche se prima trattavo quasi solamente quelli francesi coi quali si lavorava molto di più. Li ho venduti per 13 anni e in seguito ho iniziato a lavorare con vini di vari luoghi, dall’Australia alla California alla Spagna. Poi, quando il vino italiano iniziò ad avere successo, mi sono dedicato soltanto a quello. Il vino siciliano, inoltre, è davvero tanto apprezzato. Qui abbiamo una cantina, di Carmelo Morgante, che produce i migliori Nero D’Avola. Il vino bianco che lui produce deriva dall’uva del Nero D’Avola che per legge non può essere denominato “Bianco Nero D’Avola”. E’ un vino che si beve molto volentieri.”
Ha qualche riconoscimento?
“Certo, sono comandante ufficiale di un’organizzazione, la Confrérie des Chevaliers du Tastevinche, che si occupa di vini dal 1977. Questa organizza ogni sabato delle serate di Gala nella Borgogna con gente da ogni parte del mondo.”
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